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’Ndragheta: Rifiuti tossici nel mar di Calabria

Francesco Fonti è un pentito della ’ndrangheta dal 1994 ed era un affiliato alle cosche calabrese di San Luca e Siderno.

In questi giorni il suo nome sta venendo alla ribalta in particolare per la sua testimonianza molto preziosa nell’ambito dello smaltimento illegale di rifiuti tossici.

Dalle sue indicazioni nelle scorse settimane sono state fatte delle perlustrazioni nel mar Tirreno per verificare la sua attendibilità nella testimonianza in merito a misteriose navi carretta del mare affondate in prospicenza della costa calabrese con a bordo fusti di rifiuti altamente tossici e/o radiottivi.

Da quanto riporta il Fonti queste navi contenenti materiale tossico/radiattivo potrebbero avere a bordo anche residui di armamenti e materiale bellico proveniente dalle azioni militari di Libano e Iraq degli anni passati e altri tipi di materiale tossico.

La procura della repubblica di Paola con a capo il procuratore Bruno Giordano, pertanto ha incaricato, la nave Coopernaut Franca e la nave Arpacal con l’ausilio di un robot marino, delle ricerche di questi presunti relitti che seguendo le indicazioni del pentito Fonti hanno avuto riscontro positivo, ritrovando a circa 500mt nel fondo marino di fronte alla località di Cetraro (CS) la nave russa Cunsky scomparsa nel 1992.

A bordo sono stati trovati circa 120 fusti che potrebbero contenere materiale radioattivo, confermando pertanto la correttezza delle indicazioni del pentito, che nei prossimi giorni sarà nuovamente interrogato dal procuratore Giordano.



Dalle confessioni di Fonti risulta che parte del materiale di questi traffici veniva smistato dal centro Enea di Rotondella in Basilicata, poi prendeva la strada del mare sulle rinomate carrette che in molti casi venivano dirottate in Somalia e li affondate, in altri casi nel mar di Calabria.

Ora il prossimo passo sarà quello di verificare lo stato ed il contenuto di questi fusti presenti sul Cunsky che in caso di tossicità rilevata costringerà le autorità ad effettuare una bonifica marina .

Questo filone investigativo calabrese stà portando alla luce aspetti sconcertanti delle attività condotte dalla ’ndrangheta, che nell’arco di 25 anni sembra aver tratto enormi profitti mettendo a rischio la salute pubblica.





Commenti all'articolo

  • Di poetto (---.---.---.111) 16 settembre 2009 11:15

     Ho seguito l’intervista del pentito che ha permesso il ritrovamento della nave dei veleni, tra le tante cose che ha detto una ha attirato la mia attenzione.

    Alla domanda: chi sono i mandanti? lui ha risposto: per ora non lo posso dire.

    Perché ora no e, magari, fra un anno si?

    Che ci sia di mezzo qualche politico locale, o magari anche più “grosso”?

    Chi vivrà vedrà!

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