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Commento di cesare lazzini

su Noemi Letizia e il Consiglio del Presidente


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cesare lazzini 25 maggio 2009 00:10

Il mio articolo voleva solo porre l’accento su quale potrebbe essere l’evoluzione della vicenda, ovvero una possibile ritrattazione della ragazza che, con la giustificazione di essersi inventata tutto per un leggerezza da ragazzina, solleverebbe il premier da qualsiasi tipo di responsabilità morale di fronte all’opinione pubblica.
Discutere circa la possibilità che il premier menta a più riprese quando giura di dire la verità su un argomento mi sembra ben altro rispetto allo "spiare dalla serratura". Che poi faccia più clamore il fatto che menta su una cosa del genere rispetto al fatto di essere stato iscritto alla P2 (condannato per falsa testimonianza dalla Corte d’appello di Venezia, reato estinto per l’intervenuta amnistia del 1989) o che sia continuamente definito come sempre assolto pur essendo invece stato ripetutamente prescritto (http://it.wikipedia.org/wiki/Proced...), è un altro paio di maniche, mi dispiace ma non è colpa mia.

Ringrazio comunque per l’intervento e approfitto per aggiungere il link alle dichiarazioni dell’ ex fidanzato di Noemi che, intervistato, ha raccontato la versione che la ragazza gli avrebbe dato circa la nascita della frequentazione fra il premier e la stessa Noemi, aggiungendo elementi pesanti come pietre alla vicenda.

http://www.repubblica.it/2009/05/se...

La gravità dell’atteggiamento di chiusura del premier davanti a domande più che legittime è d’altronde sottolineata dal clamore che tale fatto (il non rispondere) suscita nella stampa estera. The Guardian sostiene dichiaratamente Repubblica ( http://italiadallestero.info/archiv... ) e più o meno direttamente gran parte della stampa estera si dimostra scandalizzata dall’atteggiamento del premier.

Butto là un’altra ipotesi che mi passa per la testa: il premier riferirà sul caso Letizia in parlamento, come si dice tentato a fare, il giorno prima delle Europee, o comunque a elezioni imminenti di modo da rendere pubblica con clamore la sua verità senza poter essere smentito prima del voto.



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