Ormai da diverso tempo la rete ha dimostrato la capacità di influenzare la politica. Fenomeni come Beppe Grillo o Agoravox non esisterebbero senza la rete. Da qui la grande voglia dei politici di imbavagliare la rete.
Neutralità è una parola ambigua in mancanza di un approccio politico. O si difende la rete per le sue potenzialità democratiche oppure implicitamente si appoggia il più forte.
La proposta di legge ad una prima lettura scarta tutti i problemi della rete per puntare ad un business. Insomma essa è neutrale di facciata, dalla parte del potere in sostanza ed in più vuole fare guadagni sugli utenti della rete.
Alcuni problemi reali:
1) Perchè un sito web amatoriale che cerca di fare informazione alternativa deve avere un direttore responsabile? La legge che vuole un giornalista a dirigere un sito web è una legge di censura.
2) Il copyright è un furto effettuato dalle grandi aziende di distribuzione alle spalle delle popolazioni. Dei contenuti che potrebbero essere disponibili a tutti vengono resi disponibili solo per i ricchi, con un impoverimento generale. Si insiste a chiamare pirateria ciò che è una copia di qualcosa di immateriale, che non leva niente al proprietario. Inversamente il furto che la major fanno nei confronti degli utenti viene tollerato.
3) I grandi portali delle amministrazioni finora sono stati solo un modo per buttare soldi pubblici.
E molto altro ci sarebbe da dire.
In definitiva potrebbe essere utile avere delle regole, ma finora quasi tutti i tentativi di regolamentazione hanno peggiorato la situazione. I politici meno fanno e meno provocano danni.
Ciò che servirebbe oggi sarebbe una deregulation della rete, non nuove normative.