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Commento di Marina Serafini

su Un oscuro desiderio


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Marina Serafini Marina Serafini 27 dicembre 2019 22:54

Carissimo, mi domando se questo estremo relativismo non spinga poco prudentemente verso una inazione paralizzante. Non giudico, ergo rispetto tutti, ergo...Cosa e come faccio? E’ vero: l’uomo si é sempre beato, ieri come oggi, di abbracciare scenari violenti e crudeli, quasi che il dolore degli altri riuscisse a esorcizzare, sostituire o vendicare il proprio, quasi che attestare la crudeltà del vivere possa rendere tollerabile la propria, darle un senso che sia possibile accettare.... Niente é normale e tutto é normale... Ma ripartiamo dalla nostra esistenza, quella di ogni individuo. Mi sovviene una riflessione, una accusa in realtà, enunciata dal protagonista di Joker - l’ultimo film di Phillips - , una frase banale ma anche davvero realistica: prendi un malato di mente solitario e lascialo in balia di una società che lo abbandona..E cosa ottieni? Ottieni la in-distinzione del bene dal male, ottieni che non puoi più giudicare perché i valori diventano etichette confuse. Concordo: il valore può essere una imposizione, un modo per soggiogare. Cosa non lo é? Ma non darsi dei valori, non darsi delle sponde rende tutto troppo indistinto. E in un quadro infinitamente aperto l’occhio si perde e finisce col non saper più cogliere... Un azzardo, dunque, un ideale regolativo, o una mera provocazione?


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