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Commento di Fabio Della Pergola

su Sea Watch: la gazzarra italiana


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 29 giugno 2019 13:46

Paolo, con cui interloquivo amabilmente anni fa, ha sposato una tesi che non condivido affatto. E me ne dispiace. Sulla Sea Watch l’unica a poter dire se ha violato o meno la legge (posto che il diritto internazionale prevale sui decreti-legge nostrani) è la magistratura. Non il governo, non la stampa né i commentatori da social. Come dice lui "vedremo" (ma intanto latentemente insinua che il governo abbia ragione e la capitana torto...). Poi ripete la solita storia dell’accoglienza "indiscriminata" che è pensiero politico, non tecnico dimenticando anche qui che le uniche a poter dire qualcosa sono le autorità preposte alla valutazione delle richieste d’asilo eventuali. Fino a quel momento l’accoglienza non è indiscriminata, ma sottoposta a valutazione (quindi discriminata). Pretendere invece che i "porti restino chiusi" è, questa sì, azione indiscriminata che viola il diritto internazionale (il quale prevede l’obbligo di concessione dell’asilo a determinate categorie di richiedenti le cui richieste devono essere valutate PRIMA di decidere che non ne hanno diritto, non il contrario perbacco!). La dizione "trasbordo" è insignificante secondo il diritto del mare, si tratta comunque di persone in pericolo tratte in salvo. Ogni altra considerazione è superflua, è evidente che la questione è politica, come ho scritto, e si focalizza sullo scontro tra governo e ONG. Eliminate le ONG qualcuno (chi?) si occuperà di mettere in sicurezza eventuali naufraghi...o si spera che ne affoghino un po’ in modo che gli altri capiscano che non è il caso di partire? Se è così siamo davanti a un pensiero di una freddezza criminale. Non ci si lamenti poi se si parla di "nuovo nazismo". Se invece non è così si dica come si vuole affrontare l’eventuale emergenza prossima ventura (posto che il trito ritornello dell’aiutiamoli "a casa loro" significa qualcosa solo se seguito da fatti, ma qui è solo chiacchiere al vento per prendere per i fondelli; ergo, provateci con qualcuno più pirla...)


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