• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di Persio Flacco

su Il trionfo del no al referendum? Quel risultato è ripetibile


Vedi tutti i commenti di questo articolo

Persio Flacco 21 luglio 2017 19:46
Le tendenze e le motivazioni di quel NO tondo che la maggioranza degli italiani ha opposto al tentativo renziano di stravolgere la Costituzione sono politicamente utilizzabili? Io credo di si, ma per un tempo limitato:se nessuno lo rivendica lo scoramento è dietro l’angolo. Questo pone un problema politico e di tempi.
Il problema politico è che tra le organizzazioni che hanno sostenuto il NO, quelle che si possono definire di Sinistra, e che potrebbero valorizzare la tendenza maggioritaria espressa col referendum, sono una confusa moltitudine, non un soggetto unitario. 
Gli altri soggetti, ben strutturati e dotati di identità unitaria, con i quali questa nebulosa si è trovata a fianco nella battaglia: Lega Nord, M5S, Forza Italia, in un caso non sono facilmente assimilabili ideologicamente alla Sinistra (M5S) e negli altri casi sono decisamente incompatibili con essa (Lega Nord e Forza Italia in particolare). 
Così come incompatibile lo sarebbe oggettivamente Pisapia, che ha fatto campagna per il SI e che ora si propone con scarsa credibilità come leader di chi ha sostenuto il NO. 
Più che come federatore della Sinistra Pisapia appare piuttosto come l’ennesimo promotore dello straniamento della Sinistra da se stessa.
Insomma, riguardo alla possibilità che la nebulosa di Sinistra sia in grado di raccogliere unitariamente e valorizzare politicamente il risultato referendario l’ottimismo non appare giustificato. Le ripetute e costanti prove di rissosa e stupida inconcludenza che essa ha fornito in questi ultimi decenni non permettono di credere che ora possa superare nel breve termine i suoi antichi vizi e diventare l’efficace collettore delle positive tendenze maggioritarie espresse dagli italiani col voto referendario del 4 dicembre. Comunque non prima che vengano dissolte dalla deludente constatazione che le forze sconfitte dal referendum continuano, come se nulla fosse stato, ad essere saldamente in sella al potere.
Tuttavia una speranza c’è. Al netto dei tatticismi di Lega e Forza Italia: più interessati a contrastare il partito renziano che contrari ai contenuti della sua riforma, è un fatto che oggettivamente la battaglia per il NO è stata una battaglia in difesa della lettera e dello spirito della Costituzione, della democrazia rappresentativa, della legalità repubblicana.
Questi non sono obiettivi di interesse specifico o esclusivo della Sinistra, sono obiettivi condivisi da tutte quelle forze politiche, organizzate o no, di ogni ispirazione ideologica, che non intendono più tollerare la degenerazione partitocratica, intrinsecamente corruttrice del quadro istituzionale, sociale, economico italiano, rappresentata in quella occasione dal renzismo e dai suoi collaterali.
A prescindere dalle intenzioni, dai tatticismi, dai calcoli politici, ciò che ha espresso il fronte del NO è stata la volontà di difendere la Costituzione repubblicana e di dare ad essa piena attuazione.
Questo implica la difesa della rappresentatività del Parlamento e della effettiva indipendenza dei parlamentari dal vincolo della disciplina di partito. Dunque riguarda la discussione sulla futura legge elettorale, la messa in discussione delle liste bloccate, dei premi di maggioranza, degli sbarramenti, e di tutti quei marchingegni che mirano a negare e limitare il diritto dei cittadini a scegliere liberamente i propri rappresentanti.
Riguarda anche il recupero della effettiva indipendenza del potere Legislativo dalla tutela dell’Esecutivo e dunque da quella dei Partiti. Una indipendenza progressivamente erosa nel corso del tempo a vantaggio del Governo (dei Partiti) in nome della cosiddetta "governabilità", che ha condotto di fatto alla concentrazione del potere Legislativo ed Esecutivo nelle mani delle segreterie dei Partiti. Basti pensare che ormai la quasi totalità dell’attività legislativa è di iniziativa governativa (partitica), grazie al combinato disposto di leggi elettorali che in gran parte consentono ai Partiti di scegliere chi mandare in Parlamento e dell’istituto della Questione di Fiducia, inserito nei regolamenti parlamentari ma estraneo alla lettera e allo spirito della Costituzione, che consente di sciogliere il Parlamento che si dimostrasse riottoso a seguire le loro direttive.
In sintesi l’eredità della vittoria referendaria non è appannaggio di una sola parte ideologico politica: appartiene a tutte le persone oneste e democratiche fedeli alla Costituzione, siano esse di destra o di sinistra. Per fortuna, aggiungo, perché sono sicuro che la inconcludente e miope nebulosa di sinistra la disperderebbe in un batter d’occhio in mille rivoli di meschina faziosità di bottega.

Vedi la discussione






Palmares