REPLICANTI >
Una
volta preso atto del calo del 35%, la partecipazione alle primarie del PD offre
tipologie di schieramento analoghe al dicembre 2013.
PRO M Renzi segretario. Quelli che intendono fare ancor più tesoro di una certa smaliziata “scuola” democristiana.
Quelli che puntano a reiterare un qualche tipo di beneficio-vantaggio riproducendo
la solita rete di legami “personificati”.
Dall’altra parte, come nel 2013,
quelli che s’ostinano a contrastare dall’interno il progetto di una congrega verticistica
ed “esclusiva” fatta a immagine e somiglianza dell’unico sommo leader.
Sullo
sfondo gli irriducibili nostalgici di scelte-passioni ormai datate.
TUTTI quanti hanno temuto che una troppo bassa affluenza andasse a inficiare la “rappresentatività”
del partito ed a delegittimare la continuità della vigente “formula” di governo.
Non è un caso se tra detti diversi schieramenti sussiste ancora il rapporto di 70
a 30.
E ora?
Sentire il premier-segretario uscente che parla di “fase nuova” e
di “pagina bianca” tutta da scrivere lascia, quanto meno, perplessi.
E’ lo
STESSO condottiero che con i suoi “fidati” paladini ha guidato il Pd e il paese
negli ultimi 3 anni. Lo stesso che di “mirabolanti” promesse e riforme
“epocali” ha fatto la chiave di fama e successo.
MA adesso, sentenzia, non è
tempo di guardarsi indietro.
Non vuol sentire parlare di “rivincita” su chi ha
detto No al suo referendum.
Anche perché dovrebbe prendersi la “rivincita” su
quel M Renzi che per 1000 giorni ha assicurato di saper “trasformare” l’Italia nella
locomotiva d’Europa.
Ergo. REPLICANTI davvero temibili sono quelli che, per
convenienza, sono pronti a rimodellare il proprio sembiante.
Al di là dei toni usati,
proclami suadenti e obiettivi “scontati” non difettano in un Dossier Arroganza …