STARE ai fatti >
Non
è la prima qualità dell’informazione. A mo’ di esempio.
Preso spunto dal crollo
del cavalcavia sulla A14, nel tratto a sud di Ancona, molti dei media hanno
titolato “in Italia tutto crolla”.
TITOLO roboante che non attiene
all’accaduto.
Il repentino cedimento della struttura non è riconducibile a un degrado
e/o all’incuria, bensì è coinciso con un intervento diretto a ripristinare, tra
la strada ed il ponte, l’originario dislivello regolamentare ridotto per via dell’ampliamento
della tratta autostradale.
Operazione che non è una novità tecnologica, ma che
ha delle serie implicazioni in termini di sicurezza.
ECCO il punto!.
NON serve
domandarsi quante probabilità ci sono che una arcata crolli durante i lavori, bensì
quali danni può provocare un fatto “imprevisto”.
Con la sottostante autostrada
ancora percorribile la conta delle possibili vittime può variare non di poco.
Dal singolo motociclista fino alle decine di passeggeri a bordo di un pullman.
Quanto BASTA a validare la necessità di chiudere la tratta, almeno nei periodi
di tempo occorrenti per scollegare l’arcata e poi per il definitivo fissaggio.
Si
tratta di un paio di finestre temporali (24-36 ore) che darebbero la piena
“agibilità” di manovra agli stessi operatori.
Per contro sui media non si trovano
“accenni” a tale risvolto inerente la sicurezza e collegato ai fatti riportati.
Non è Tutta colpa di Carosello se anche l’informazione propende a …