La contestazione del valore legale del titolo è richiesta solo per il più grave e tipico difetto degli italiani: l’invidia malevola verso chi ha di più.
Coloro che lo auspicano, credono così di esorcizzare un’altro dei difetti tipici italiani: il vezzo di sentirsi chiamare "Dottore", che trova corrispondenza nell’altro vizio, quello di chiamare "Dottò" tutte le persone che hanno una parvenza o un ruolo autorevole, indipendentemente se lo siano o meno.
C’è poi la considerazione ipocrita che fanno tutti i sostenitori di questa idiozia: negli altri Paesi, in specie quelli anglosassoni, si usa rivolgersi a tutti con il corrispondente del nostro "Signor", tipo Mister, o Monsieur, ecc. Quindi, per uniformarci, aboliamo non solo il malvezzo ma anche una sua possibile causa.
Stesso discorso per un’altra tipica ipocrisia di questi tempi di falsa correttezza, che nasconde un retro-pensiero maschilista: la declinazione di titoli al femminile che produce anche effetti comici, tipo "Ministra" (o minestra?), "Sindaca" (immaginarsi ad es., la Sindaca che sindaca), termini anche questi sconosciuti nei Paesi anglosassoni.
E, a scanso di equivoci, ci tengo a dire che non sono laureato.