RITORNELLO >
La
MANOVRA presentata alla Commissione UE prevede di stornare dai vincoli di
bilancio (Patto di Stabilità) alcuni miliardi imputabili a spese dovute per “clausole
eccezionali” come i terremoti. La Commissione UE non sembra del tutto convinta.
Primo.
Una cosa sono le spese da sostenere per la ricostruzione/riparazione di
strutture urbanistiche e logistiche crollate, lese o danneggiate da una grave
calamità naturale (v. sisma) con palese carattere “emergenziale”.
Tutt’altra
cosa è finanziare un piano pluriennale (Casa Italia) di diversificati interventi preventivi (salvaguardia)
contro i terremoti e il dissesto idrogeologico.
Secondo.
Una consolidata
esperienza sta purtroppo a testimoniare la ricercata “nebulosità” di tanti
nostri appalti pubblici rivelatisi fonte di illeciti quanto “munifici” introiti per i
soggetti incaricati di provvedere all’esecuzione.
Terzo.
Salvo adeguate e
circostanziate “specifiche” sulla destinazione, nonché la “trasparente” congruità
e il “puntuale” riscontro delle somme destinate, non si capisce perché la
COMMISSIONE dovrebbe rischiare di esporsi subito all’accusa di favoritismo e in
futuro ad una possibile “reprimenda” da parte di altri paesi Europei.
Postilla.
Parlare di ricorso ai soliti tecnicismi burocratici (0,..), se non di
insensibilità e “miopia” strategica, suona, in questo caso, come un ritornello
ormai stantio.
Di certo non abbiamo le carte in regola per pontificare, quale modello
esemplare, in materia di opere pubbliche.
In compenso fare la voce grossa su
“promesse” già divulgate aiuta a rinsaldare il consenso.
Nel paese del Barbiere
e il Lupo trovano seguito proposte davvero singolari …