Un’ultima replica e poi concluda come crede.
Se sono intervenuto non è certo per difendere il Papa, sono intervenuto per difendere la verità e l’onestà intellettuale, perché mi disgustano la menzogna e la vile tendenziosità. Ce ne è già troppa in giro di questa robaccia.
A colpirmi del suo intervento è stata la macroscopica contraddizione tra l’assunto principale della sua tesi: Bergoglio = Bellarmino = Santa Inquisizione, e la plateale evidenza di quanto questo Papa, nelle parole e negli atti, abbia fatto di tutto per distaccarsi concretamente da ciò di cui lei lo accusa.
Bergoglio finge di essere un Papa diverso dai suoi predecessori? E’ possibile, non mi stupirebbe, ma lei non si è preoccupato affatto di dimostrarlo. Eppure è sotto gli occhi di tutti che questo Papa vuole mostrarsi diverso, e forse è diverso, da ogni suo predecessore. A cominciare dalla scelta del nome, che richiama quel Francesco di Assisi che fece della povertà la sua bandiera di fede contrapponendola alla corrotta opulenza della Roma papalina; al conseguente rifiuto, concretamente praticato, di ostentare i segni della ricchezza e del potere; all’uso di parole che rifuggono dalla dottrina e invece si fondano sull’amore e sulla misericordia. Valori che a lei magari non piaceranno, ma che sono i fondamenti della fede cristiana che il Papa rappresenta.
E’ talmente evidente l’artificiosità e la tendenziosità delle sue accuse a Bergoglio, costruite sulla base di un puntiglioso e vuoto formalismo, che qualunque persona intellettualmente onesta non può esimersi dal rilevarle.
A mio parere avrebbe fatto una miglior figura a dichiarare schiettamente la sua avversione per il cristianesimo e per la Chiesa cattolica invece che nascondersi dietro una maschera. La saluto.