Né il gentile sig. Giancarlo, che si lancia in spericolate interpretazioni psicanalitiche tanto ardite quanto banali, né la signora Vita Bruno, atea grazie a Dio, sembrano cogliere il punto. Che Bergoglio fosse un gesuita lo sapevano anche i sassi; che la Chiesa nominata a Bellarmino potesse essere considerata la "cattedrale dei gesuiti" era intuibile, ma qui non si capisce il significato del nesso stabilito tra un Papa attuale - con tutti i problemi insiti nel rapporto tra le varie religioni e soprattutto in quelli del contrastato rapporto tra religione e scienza - e un Grande Inquisitore degli inizi della modernità.
Mi riferisco in particolare alle problematiche molto complesse relative a inizio e fine vita, alias aborto ed eutanasia che sono al centro del dibattito contemporaneo (cfr. qui, ad esempio: http://www.igiornielenotti.it/?p=17942).
I due scandalizzati lettori non sembrano capire che la Chiesa non fa mai niente "a casaccio". Il nesso con Bellarmino fu stabilito ai tempi della nomina cardinalizia, la nomina a papa di Bergoglio fu successiva. Il messaggio sembra chiaro: la scelta è caduta su un personaggio che Wojtyla considerava adatto ad affrontare le problematiche scientifiche attuali con la sottilissima intelligenza dei gesuiti e la loro stessa caparbietà antimodernista.
La Chiesa, sia chiaro, fa il suo lavoro: l’articolo non è una critica alle sue scelte (per quanto sia legittimo criticare chiunque nonostante i "giancarlo"), ma all’ottusità di chi, soprattutto a sinistra, continua a vedere Bergoglio come un faro di modernità.
Sulle altre "zone d’ombra" di Bergoglio, cui allude la signora Bruno, rimando a una serie molto ampia di articoli che si possono trovare in rete con facilità (soprattutto sulle sue contestate attività durante la dittatura militare argentina).
Ringrazio invece Fabio Barbera per l’apprezzamento (e gli altri duemila lettori che non si sono scandalizzati).