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Commento di Bruno Zanella

su Metodo Di Bella: libera nos a malo


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Bruno Zanella 22 marzo 2016 16:28

Riporto qui quello che ho messo nella sezione facebook-style
Di Iaia Leone, prendo atto che continua a giudicare non brava una giornalista che invece ha fatto tanto bene nel suo giornale e nel suo blog. 
Va a cercare un episodio di un medico, anche se non laureato in Italia, e quindi non iscritto all’ordine, su cui non ha indagato oltre il necessario, per citarne le esperienze a Capo Verde. Può essere che abbia commesso un errore a non indagare più a fondo su questo. Ma perché s’attacca lì? Le sta antipatica?
Ne ha di cose da insegnare a tanti, soprattutto a come farsi apprezzare e non solo dai suoi datori di lavoro che se la tengono stretta.
Riguardo al
le dimostrazioni "scientifiche" che chiede, mi pare che i Di Bella farebbero bene a mandare tutti, lei compresa, a quel paese e ritirarsi in pace in altri lidi. Invece questi cocciuti continuano a massacrarsi di lavoro oltre che per seguire personalmente un migliaio di pazienti (dr. Giuseppe Di Bella) anche per fare pubblicazioni scientifiche sulle riviste.
Sa cosa vuol dire fare una sperimentazione? Per di più con la consapevolezza di ostacoli a non finire da part oncologi che non vogliono contraddirsi rispetto alle posizioni prese in passato? Vuol dire avere ingenti somme, ospedali a disposizione, e un mucchio di tempo per fare una cosa seria, randomizzata a doppio cieco, cosa che non è stata fatta con la sperimentazione del 98.
Per sperimentare una sola molecola ci vuole un decennio... qui stiamo parlando di una decina di molecole. La strada non è percorribile, almeno qui un Italia.
Io mi sono accontentato delle loro spiegazioni e di quanto potevo comprendere dalla documentazione, e ho dato fortunatamente loro fiducia.
A proposito di "metodo scientifico", tanto osannato quanto propagandato come unico modo di sapere come stanno le cose, è destinato all’estinzione, almeno per il cancro, con l’arrivo dei farmaci personalizzati, per i quali non si potranno fare statistiche essendo appunto personalizzati e non utilizzabili da altre persone.


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