Genialata
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In concomitanza con la cerimonia ufficiale d’apertura dell’Expo qualcuno
ha avuto la “brillante” idea di rimettere mano al testo dell’Inno Nazionale e far
cantare al coro di bambini-adolescenti un gioioso “siam pronti alla vita”.
A
costo di apparire pedanti non si può non fare osservare la faciloneria e l’insipienza
con cui si maneggiano simboli e concetti. Sia in termini di principio che di
merito.
In ogni cerimonia ufficiale l’Inno Nazionale va eseguito rispettando,
al meglio, l’integrità della versione originale. La ragione è semplice.
Come la
bandiera anche l’inno ha un’unica funzione precipua: simboleggiare l’identità
di una nazione. Tant’è che nei cerimoniali, in ogni parte del mondo, sono rispettate
precise modalità nel riprodurre gli inni nazionali.
Secondo.
Non ha alcun senso
far dire a dei bambini “siam pronti alla vita”.
Se ciò vuole essere un modo per
proclamare il possesso di energia vitale, anche i neonati sono esempio di grande
vitalità.
Se invece s’intende il bagaglio di conoscenze e di esperienze che occorre
per affrontare la vita quello dei bambini-adolescenti è ben lungi dall’essere
“pronto”.
Ergo.
Non dà prova di “maestria” snaturare il valore ed il
significato di Parola e Merito …