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Commento di GeriSteve

su Il sequestro Moro ed i dubbi della Commissione d'inchiesta sull'auto blindata


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GeriSteve 23 aprile 2015 10:28

Chiarissime oscurità nel sequestro Moro

 

Mi sembra che la commissione d’inchiesta, indagando sul perchè Moro non avesse un’auto blindata, perda tempo su un particolare irrilevante.

 

La notte precedente l’agguato venne messo fuori uso il pulmino di Spiriticchio, il fioraio che altrimenti sarebbe stato presente su quell’incrocio di via Fani; ciò dimostra che quella mattina il caposcorta, maresciallo CC Oreste Leonardi, scelse quel percorso su ordine di qualche superiore e fu vittima ma anche complice degli attentatori.

Probabilmente Leonardi era alle dipendenze del colonnello SISMI Guglielmi, sodale di Santovito ed ex istruttore dei gladiatori a Capo Marrargiu, il quale non ha mai spiegato davvero cosa ci faceva a un centinaio di metri da via Fani durante la strage.

 

La moglie di Leonardi ha testimoniato che in quei giorni il marito era preoccupatissimo che qualcosa avvenisse durante il suo lavoro di scorta, quindi suo marito sapeva bene dell’agguato, che - ovviamente - credeva che dovesse essere incruento. Fu per garantirsi che nessuno sparasse che ordinò agli agenti (di polizia, non dei CC) di riporre i mitra nei portabagagli.

 

Risulterebbe che tutti i colpi efficaci della sparatoria siano stati sparati da un solo tiratore, su una moto, chiaramente addestrato militarmente e che i proiettili erano coperti da una vernice protettiva particolare caratteristica dei depositi Gladio. I brigatisti (che invece non avevano alcun addestramento militare) non dissero mai chi era il tiratore e probabilmente neanche lo sapevano: l’uso di divise dell’Alitalia suggerisce che gli attentatori non si conoscessero fra loro e avvalora l’ipotesi che il tiratore fosse un gladiatore addestrato proprio dal Guglielmi e che questo fosse lì per dirigere l’operazione.

 

Il tiratore ignoto esaminò gli uomini che aveva colpito, constatò che tre erano ancora in vita e quindi li finì con un colpo alla nuca.

Il sequestro di Moro era già avvenuto, quindi quelle tre esecuzioni non erano utili per l’azione, piuttosto la ritardavano. L’unica spiegazione logica è che chi ha pianificato l’attentato sapeva che gli uomini di scorta sapevano cose che non dovevano riferire a nessuno e quindi ha ordinato che si controllasse che nessuno sopravivesse.

 

GeriSteve

 

 


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