Chiarissime oscurità nel sequestro Moro
Mi sembra che la commissione d’inchiesta, indagando sul
perchè Moro non avesse un’auto blindata, perda tempo su un particolare
irrilevante.
La notte precedente l’agguato venne messo fuori uso il
pulmino di Spiriticchio, il fioraio che altrimenti sarebbe stato presente su
quell’incrocio di via Fani; ciò dimostra
che quella mattina il caposcorta, maresciallo CC Oreste Leonardi, scelse quel
percorso su ordine di qualche superiore e fu vittima ma anche complice degli
attentatori.
Probabilmente Leonardi era alle dipendenze del colonnello SISMI
Guglielmi, sodale di Santovito ed ex istruttore dei gladiatori a Capo
Marrargiu, il quale non ha mai spiegato davvero cosa ci faceva a un centinaio
di metri da via Fani durante la strage.
La moglie di Leonardi ha testimoniato che in quei giorni il
marito era preoccupatissimo che qualcosa avvenisse durante il suo lavoro di
scorta, quindi suo marito sapeva bene dell’agguato, che - ovviamente - credeva
che dovesse essere incruento. Fu per garantirsi che nessuno sparasse che ordinò
agli agenti (di polizia, non dei CC) di riporre i mitra nei portabagagli.
Risulterebbe che tutti i colpi efficaci della sparatoria
siano stati sparati da un solo tiratore, su una moto, chiaramente addestrato
militarmente e che i proiettili erano coperti da una vernice protettiva particolare
caratteristica dei depositi Gladio. I
brigatisti (che invece non avevano alcun addestramento militare) non dissero
mai chi era il tiratore e probabilmente neanche lo sapevano: l’uso di divise
dell’Alitalia suggerisce che gli attentatori non si conoscessero fra loro e
avvalora l’ipotesi che il tiratore fosse un gladiatore addestrato proprio dal
Guglielmi e che questo fosse lì per dirigere l’operazione.
Il tiratore ignoto esaminò gli uomini che aveva colpito,
constatò che tre erano ancora in vita e quindi li finì con un colpo alla nuca.
Il sequestro di Moro era già avvenuto, quindi quelle tre
esecuzioni non erano utili per l’azione, piuttosto la ritardavano. L’unica
spiegazione logica è che chi ha pianificato l’attentato sapeva che gli uomini
di scorta sapevano cose che non dovevano riferire a nessuno e quindi ha
ordinato che si controllasse che nessuno sopravivesse.
GeriSteve