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La
dinamica dello schianto dell’Airbus A320 sulle Alpi dell’Alta Provenza, fin
dalle prime ore, si è presentata come “anomala”. Da qui l’eccessiva “prudenza” nel
formulare delle ipotesi su possibili cause tecniche.
Poi ha preso sempre più forza
la versione di un evento “disastroso” frutto di una nefasta incidenza del
fattore umano.
Qualunque sia la causa dell’atto (inconsulto o deliberato), appare
chiara la inadeguatezza delle attuali misure di “interdizione” alla cabina di
comando. Visto che il fattore umano può riservare sempre qualche incognita.
Quesito.
Esiste un’alternativa risolutiva per siffatte situazioni d’emergenza?
Nell’epoca
dei droni è possibile arrivare a escludere l’agibilità di manovra a bordo per
dirottarla verso un centro di comando remoto.
Schema che tuttavia presuppone l’adozione
di nuove funzionalità operative.
Una computerizzazione dei comandi principali che
sia inaccessibile dalla cabina.
Un dispositivo alternativo di guida che sia attivabile
e governabile dall’esterno tramite un sistema di trasmissione dei segnali non soggetto
a “interferenze”.
E, a garanzia, sarà necessario abbinare una “blindata” procedura
di “segretazione” (tipo Rolling Code) dei codici d’accesso al sistema alternativo di guida.
Risultato.
La
costante presenza umana in cabina non risulterà più così determinante affinché un
velivolo possa raggiungere il primo aeroporto disponibile.
Nota. Se è vero che
si tratta di un risultato di non facile acquisizione, è fatto innegabile che in
palio ci sono le vite di centinaia di persone.
E’ un’altra sfida da superare
con la T come Tenacia …