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Commento di

su Vi spiego perché l'onestà in politica serve a poco


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20 ottobre 2014 14:12

Salve Giannuli,

solitamente mi trovo abbastanza d’accordo con lei, ma non questa volta.

L’esempio che lei porta, quello del chirurgo, non calza perfettamente; lei cita un chirurgo disonesto ma bravo (e onesto) nel fare le operazioni. Bene, che succederebbe se io pagassi quel chirurgo per essere operato, e un mio nemico pagasse lo stesso chirurgo per operarmi male? Il suo esempio non calza bene perché dipinge un chirurgo disonesto, sì, ma fuori dall’ambito della sua competenza primaria. Per tornare con il discorso nel merito della politica, dico che è compito del politico amministrare la cosa pubblica e, con questa frase, intendo che è un politico disonesto colui che non compie quel lavoro onestamente; se quel politico amministra onestamente, lo chiamerò "politico onesto"; se nella vita privata il "politico onesto" si comporta da delinquente, affari suoi. Tanto per confortare il concetto, chiamo in causa il buon Berlusca che io disprezzo non per i festini e le storie di prostituzione avvenute a casa sua, ma per le azioni scellerate che egli compì nella gestione della cosa pubblica. Se ci pensa, il danno che il Berlusca ha fatto all’Italia l’ha fatto nello svolgimento delle sue mansioni di politico. Tutti noi abbiamo pagato soldi veri per le multe che l’Europa comminava all’Italia riguardo alla posizione illecita di Rete 4, tanto per fare un esempio - ma neanche il più grave.

Ma il mio pensiero non s’esaurisce qui, perché mi pare che io e lei abbiamo due visioni differenti sulla figura del politico. Lei ha citato come esempi positivi figure come Giulio Cesare, Napoleone, Cavour, facendo notare come non fossero stinchi di santi. Per fortuna di simili personaggi non abbiamo più bisogno: non abbiamo più bisogno di autentici geni il cui intelletto s’eleva ben al di sopra delle masse. Le masse sono oggi molto più acculturate, tanto da sapere meglio di una volta quello che vogliono. E’ ora di smettere di cercare il "comandante" o "despota" illuminato, perdonandolo magari per qualche sua debolezza umana. Io credo che l’Italia sappia che cosa vuole senza bisogno che qualcuno glielo imponga, soprattutto se questo "imporre" verte su prese per il sedere fiscali, o sull’eliminazione di certi diritti dei lavoratori, tanto per stare all’attualità. Sappiamo bene di che cosa abbiamo bisogno, per esempio di una legge anticorruzione, di semplificazione burocratica, di sganciarci da un patto europeo capestro. E sappiamo bene che NON abbiamo bisogno di abolire l’art. 18, di una legge elettorale senza preferenze, di un senato di nominati da altri nominati. Ecco: Renzi è un politico disonesto perché non rispetta il suo mandato democratico, anche se nessuno può accusarlo di aver rubato soldi (beh, non proprio ma va bene così).

Per i due concetti esposti sopra, concluderò che preferisco sempre un politico onesto a uno disonesto, anche se il disonesto è "più capace". Se è più capace, al massimo sarà più capace a fregarmi meglio.

Cordiali saluti,
Gottardo


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