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Commento di Persio Flacco

su ​Lo Stato islamico nell'Iraq del Nord: “Pulizia etnica di dimensioni storiche”


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Persio Flacco 5 settembre 2014 10:18

Naturalmente condivido la sua condanna contro l’ISIS: criminali contro l’umanità nel pieno senso del termine.

Tuttavia le faccio notare che questa immonda organizzazione di criminali non nasce dal nulla, non è diventata tale passando dalla Siria all’Iraq.

Questa organizzazione di criminali imperversa in Siria da quasi tre anni, sicuramente facendo in quel Paese le stesse cose che ora fa in Iraq. 
La differenza è che in Siria l’ISIS ha goduto della profondità strategica e di molti altri supporti forniti dall’occidente e dai suoi più stretti alleati perché combatteva contro quello che l’occidente stesso ha eletto come suo nemico: Bashar al-Assad.

Esistono denunce di Amnesty International contro quelli che hanno di fatto allevato l’ISIS? Io non lo so, ma se sono state fatte non hanno avuto grande evidenza.

Ora che l’ISIS va combattuto (a quanto pare con calma, senza troppa fretta. Anche un po’ svogliatamente) la denuncia di Amnesty acquista rilievo, perché evidentemente concorda con le nuove strategie occidentali contro quella organizzazione.

Ora consideri questa eventualità: dopo tre anni di guerra e nonostanti gli sforzi profusi il regime siriano non è crollato.
E’ questo è comprensibile: come dar torto ai siriani se preferiscono rimanere nelle mani di Assad piuttosto che finire in quelle dell’ISIS?
Vista l’impossibilità di rovesciare Assad con i mezzi che ha avuto finora a disposizione l’ISIS va in Iraq a fare provviste di armi pesanti e di disertori dell’esercito irakeno. Di passaggio: armi fornite dall’occidente e militari addestrati dallo stesso occidente.

Fatto provvista l’ISIS ripiegherà in Siria:
- formalmente perché costretto dalle misurate bombardatine americane e dai peshmerga curdi, riforniti di vecchie armi da anni in deposito;
- sostanzialmente perché ora dispone dei mezzi necessari per dare la spallata finale al regime siriano.

E’ solo una ipotesi ma, a mio parere, è una ipotesi realistica. Peraltro la lentezza e la riluttanza dimostrata dall’occidente nell’avviare una vera campagna contro l’ISIS sembra dargli una certa credibilità.

Se questo è vero il macello che l’ISIS sta facendo in Iraq sarebbe nulla rispetto a quello che avverrebbe in Siria. 

In tal caso, se Amnesty e le altre organizzazioni umanitarie non avessero denunciato a tempo debito e con tutta la forza e la determinazione necessarie chi in occidente ha allevato il mostro ISIS per i suoi scopi diventerebbero oggettivamente suoi complici, e corresponsabile di ciò che l’ISIS farà in Siria.

Come vede una organizzazione umanitaria non può limitarsi alla fase finale di un processo di violazione dei diritti umani, astenendosi dal denunciarne la genesi fin dalle origini, se non vuole diventarne una parte funzionale.


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