Lungi da me l’idea di sottovalutare non solo la potenza
dell’informazione che promuove la nuova corazzata democristiana (che non è
democristiana da adesso, ma lo era già al momento della sua costituzione), ma
anche i vari potentati che ne hanno favorito l’ascesa.
Resta il fatto che il M5S ha perso 3 milioni secchi di voti
rispetto alle politiche di un anno fa, mentre il PD (11 milioni + spiccioli) è
tornato quasi ai livelli del “voto utile” di Veltroni (12 milioni).
Che cosa è successo in questo anno ? Il flop del tentativo
di Bersani ha aperto la strada al centrismo più centrista: Monti, poi Letta,
adesso Renzi. Ampiamente favorito da tutte le considerazioni già fatte in altri
commenti, oltre che dai media e da altre forze su cui si possono ipotizzare tante
cose.
Ma, detto questo, restano ineludibili due aspetti: il crollo
di Grillo che mostra la corda di una proposta politica tutta basata sulla distruzione
dell’esistente e sul dubbio (per me fondato) che le cose con lui potrebbero
andare pure peggio di ora, e l’inconsistenza della sinistra radicale. Non è da
oggi che questa segna punteggi che non sono certo da partita di basket. Siamo
sempre attorno al 3 più qualcosa di SEL più l’Uno e qualcosa di Rifondazione.
Tutto addebitabile all’oscuramento mediatico, a cui la graziosa Bacchiddu tentò
di rimediare a modo suo, mostrando...le spalle ? Può darsi, ma – domanda – non può essere che
quella proposta politica non ha più appeal da tempo nell’elettorato italiano ?
Cioè non ha credibilità, al di là del suo storico zoccolo duro ? Non basta
appellarsi a un leader greco se poi, gratta gratta, si scrive Tsipras e si
legge Vendolas.