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Commento di Fabio Della Pergola

su Cinquestelle: l'inizio della fine


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 26 maggio 2014 17:52

Lungi da me l’idea di sottovalutare non solo la potenza dell’informazione che promuove la nuova corazzata democristiana (che non è democristiana da adesso, ma lo era già al momento della sua costituzione), ma anche i vari potentati che ne hanno favorito l’ascesa.

Resta il fatto che il M5S ha perso 3 milioni secchi di voti rispetto alle politiche di un anno fa, mentre il PD (11 milioni + spiccioli) è tornato quasi ai livelli del “voto utile” di Veltroni (12 milioni).

Che cosa è successo in questo anno ? Il flop del tentativo di Bersani ha aperto la strada al centrismo più centrista: Monti, poi Letta, adesso Renzi. Ampiamente favorito da tutte le considerazioni già fatte in altri commenti, oltre che dai media e da altre forze su cui si possono ipotizzare tante cose.

Ma, detto questo, restano ineludibili due aspetti: il crollo di Grillo che mostra la corda di una proposta politica tutta basata sulla distruzione dell’esistente e sul dubbio (per me fondato) che le cose con lui potrebbero andare pure peggio di ora, e l’inconsistenza della sinistra radicale. Non è da oggi che questa segna punteggi che non sono certo da partita di basket. Siamo sempre attorno al 3 più qualcosa di SEL più l’Uno e qualcosa di Rifondazione. Tutto addebitabile all’oscuramento mediatico, a cui la graziosa Bacchiddu tentò di rimediare a modo suo, mostrando...le spalle ? Può darsi, ma – domanda – non può essere che quella proposta politica non ha più appeal da tempo nell’elettorato italiano ? Cioè non ha credibilità, al di là del suo storico zoccolo duro ? Non basta appellarsi a un leader greco se poi, gratta gratta, si scrive Tsipras e si legge Vendolas.


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