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Commento di

su Grillo da Vespa: un percorso... naturale


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19 maggio 2014 12:01

> "Già solo il fatto che per parlare di demagogia si citi wikipedia invece di un
> compendio di storia della filosofia dovrebbe far riflettere."
> "Mala tempora currunt."

Questa è proprio bella. Lo incolli lei, caro "154", un link che definisca la parola altrettanto comodamente come ho fatto io. Se ho citato Wikipedia non è per ignoranza ma per modernità, quella a cui lei forse è avverso tanto da ricorrere a una frase latina (che per altro comprendo perfettamente, il Latino l’ho studiato anche io).

Il buon Enzo si aggrappa immediatamente, dice "dimentica addirittura di citare la seconda parte ..." e, nella stessa frase, tre parole dopo, scrive "la cita con una parola" (che sarebbe "nemico"). Allora: citai o non citai? Aggiungo: l’intero mio paragrafo parlava del "nemico" - direi che ne ho parlato abbastanza. Io non sono Cicerone, e per scrivere impiego parecchio tempo. Ma so leggere benissimo, e noto le incongruenze concettuali.

Comunque, per tornare al discorso del "nemico" demagogico, nella mia moderna ignoranza asserisco che è normale, in politica, individuare uno o più nemici - specialmente per un movimento che ha idee diverse (non mi spingo a dire "innovative") da quelle espresse in italia negli ultimi 50 anni. Mi riferisco a idee come: "i politici sono nostri dipendenti", "la politica deve funzionare senza soldi", "democrazia diretta". Tutte cose che, nell’Italia attuale, hanno un riscontro esattamente contrario. Nel paragrafo che avevo scritto cercavo, con la mia limitata capacità espressiva, di mostrare che qualsiasi forza politica individua dei nemici, specialmente in campagna elettorale. Per cui, sono tutti demagoghi. Ma Grillo lo è di più secondo voi e, mi scuso nuovamente per la mia incapacità logica, io non lo credo.

Qui arriviamo al concetto del "meno peggio", e direi che passiamo dall’eloquenza di Cicerone alla filosofia, campo in cui sono ancora meno ferrato e me ne dispiaccio in anticipo. Però posso dire che SI: in caso di votazioni politiche io voto per il meno peggio. Capisco che è cosa stupida, che dovrei mirare alla perfezione ma, siccome non posso votare il mio vicino di casa, persona stimatissima e con capacità manageriali economiche politiche enormi, sono costretto a scegliere in una rosa limitata di candidati. E’ il "To be or not to be": se sia più nobile astrarsi da queste bassezze mondane e limitarsi a criticare tutto e tutti, come fa Paolo, o se cercare di partecipare attivamente facendo il meglio possibile, consci di sbagliare sempre, ma in diverse gradazioni. Se si sceglie il "to be", per forza occorre scegliere il "meno peggio", e allora i discorsi come "anche gli altri" diventano pienamente ammissibili. Fra tre ladri che mi rubano in casa, certamente scelgo quello che ruba meno; e allora in un’offerta politica limitata scelgo il meno peggio.

Ma torno a Enzo, che asserisce che in politica non ci dovrebbero essere nemici ma concittadini con idee diverse. Sono d’accordo, Enzo, ma in linea di principio, inapplicabile alla realtà: nel momento in cui io esprimo un’idea, e qualcun altro ne esprime una opposta, quel qualcun altro diventa il mio nemico. Se la discordanza di idee si manifesta in una discussione fra vicini di casa, è auspicabile e possibile che la lite si ricomponga con una mediazione pacifica e intelligente. Ma in politica non può avvenire, specialmente in campagna elettorale. Si parla, non a caso, di "competizione politica"; se ci piace, sostituiamo il termine "nemico" con "avversario", ma la sostanza non cambia. E a questo proposito voglio ricordare che Berlusconi e Renzi strillano "non votate per Hitler, per Stalin, per il Fascista, per il Pazzo furioso, per il Comico, per il Buffone". Hanno individuato un nemico in carne e ossa e lo insultano, che ne dice Enzo? E’ curioso poi che una persona sola possa accentrare tutti questi epiteti così diversi fra di loro, come se questa persona fosse l’incubo terribile di una somma di questi Personaggi... io leggo molti libri di fantascienza ma, le giuro, neanche lì ho trovato esseri così malvagi e poliedrici. Forse nei miti di Chtulu... ma sto divagando.

Sig. Enzo, la prego, sia meno avventato. Lei scrive "Gottardo chiede: è demagogia dire che in questa Europa moriremo? Sì, è demagogia: Lei vede l’Europa come un nemico che ci ucciderà, per Lei non c’è scelta, vuole convincere che non c’è soluzione alcuna". Che cosa ne sa LEI del mio europeismo? Niente. Lei si aggrappa a poche mie parole, capendole anche male, per dedurre conseguenze estreme del mio pensiero, ma lei sbaglia. Io dico che QUESTA Europa crollerà, mentre io voglio un’Europa che sia davvero l’unione politica e culturale di popoli molto simili tra loro (e non lo sanno). Come un padre di famiglia corregge ed educa i propri figli per il loro bene, anche scontentandoli a volte, così il mio pensiero è correggere questa Europa affinché diventi una unione possibile e reale; non voglio essere acritico per vedere alla fine un’Europa che si disgrega. Lo immaginava lei? Eppure, alla fine, pensiamo nello stesso modo: occorre fare del lavoro per migliorare questa Europa. Però io sono grillino, e in quanto tale io sbaglio mentre lei ha ragione. E le spiego perché dico che in QUESTA Europa moriremo: perché abbiamo firmato due patti che c’impediscono di fermare il nostro declino. Al termine di un declino c’è la morte. Lei si rende conto che abbiamo fatto fatica a trovare 4 miliardi per abolire parte dell’IMU, e c’illudiamo di trovare, ogni anno per venti anni, 50 miliardi? Facciamo fatica a racimolare 10 miliardi per dare 80 euro al mese a un po’ di gente, e pretendiamo di trovarne 50? Quando avremo venduto un po’ di aziende di stato, anche i 10 miliardi non li troveremo più; e vogliamo trovarne 50? Mi fermo qui, non posso spendere tutta la mattina.

Due note ancora per il buon Paolo. "nell’euro ci siamo (ormai) e ci dobbiamo rimanere, cercando piuttosto di non farci buttare fuori, cosa non del tutto scontata". Non ci butteranno MAI fuori dall’euro. Non sto a spiegare il perché. Riguardo a starci dentro o uscirne, per scelta nostra, chi si crede di essere, Paolo, per saperlo? Mi pare che in questo blog ci sia un sacco di esperti di latino, di storia, di economia e di filosofia. Ma forse questi esperti si guardano poco intorno. Sono bravi a fare i complottisti quando si parla di Casaleggio, ma non si abbassano a discettare di egoismi nazionali e lobby internazionali, quelli che da anni ci stanno facendo sputare sangue.

Caro Paolo, la tua chiusura poi è esilarante: "Capirai arrivano i nostri ,i parlamentari eletti con venti voti online cadauno...". Il copione l’abbiamo già visto alle politiche del 2013. Per conto mio c’è stato un buon risultato, perché la gente comune, giovane e idealista, s’è dimostrata migliore della media. Naturalmente tu la pensi all’opposto, e io rispetto le tue idee; dico però che in Europa è meglio mandare gente nuova, anche se carica d’incognite, che i trombati, o quelli eletti per un ruolo e mandati in Europa a farne un altro. Il risultato si vede: l’Italia è al 25imo posto per frequentazione del parlamento europeo: si nota una passione politica connaturata ai politici italiani di professione.

Un saluto a tutti,
Gottardo


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