> "Già solo il fatto che per parlare di demagogia si citi wikipedia invece di un
> compendio di storia della filosofia dovrebbe far riflettere."
> "Mala tempora currunt."
Questa
è proprio bella. Lo incolli lei, caro "154", un link che definisca la
parola altrettanto comodamente come ho fatto io. Se ho citato Wikipedia
non è per ignoranza ma per modernità, quella a cui lei forse è avverso
tanto da ricorrere a una frase latina (che per altro comprendo
perfettamente, il Latino l’ho studiato anche io).
Il buon Enzo si
aggrappa immediatamente, dice "dimentica addirittura di citare la
seconda parte ..." e, nella stessa frase, tre parole dopo, scrive "la
cita con una parola" (che sarebbe "nemico"). Allora: citai o non citai?
Aggiungo: l’intero mio paragrafo parlava del "nemico" - direi che ne ho
parlato abbastanza. Io non sono Cicerone, e per scrivere impiego
parecchio tempo. Ma so leggere benissimo, e noto le incongruenze
concettuali.
Comunque, per tornare al discorso del "nemico"
demagogico, nella mia moderna ignoranza asserisco che è normale, in
politica, individuare uno o più nemici - specialmente per un movimento
che ha idee diverse (non mi spingo a dire "innovative") da quelle
espresse in italia negli ultimi 50 anni. Mi riferisco a idee come: "i
politici sono nostri dipendenti", "la politica deve funzionare senza
soldi", "democrazia diretta". Tutte cose che, nell’Italia attuale, hanno
un riscontro esattamente contrario. Nel paragrafo che avevo scritto
cercavo, con la mia limitata capacità espressiva, di mostrare che
qualsiasi forza politica individua dei nemici, specialmente in campagna
elettorale. Per cui, sono tutti demagoghi. Ma Grillo lo è di più secondo
voi e, mi scuso nuovamente per la mia incapacità logica, io non lo
credo.
Qui arriviamo al concetto del "meno peggio", e direi che
passiamo dall’eloquenza di Cicerone alla filosofia, campo in cui sono
ancora meno ferrato e me ne dispiaccio in anticipo. Però posso dire che
SI: in caso di votazioni politiche io voto per il meno peggio. Capisco
che è cosa stupida, che dovrei mirare alla perfezione ma, siccome non
posso votare il mio vicino di casa, persona stimatissima e con capacità
manageriali economiche politiche enormi, sono costretto a scegliere in
una rosa limitata di candidati. E’ il "To be or not to be": se sia più
nobile astrarsi da queste bassezze mondane e limitarsi a criticare tutto
e tutti, come fa Paolo, o se cercare di partecipare attivamente facendo
il meglio possibile, consci di sbagliare sempre, ma in diverse
gradazioni. Se si sceglie il "to be", per forza occorre scegliere il
"meno peggio", e allora i discorsi come "anche gli altri" diventano
pienamente ammissibili. Fra tre ladri che mi rubano in casa, certamente
scelgo quello che ruba meno; e allora in un’offerta politica limitata
scelgo il meno peggio.
Ma torno a Enzo, che asserisce che in
politica non ci dovrebbero essere nemici ma concittadini con idee
diverse. Sono d’accordo, Enzo, ma in linea di principio, inapplicabile
alla realtà: nel momento in cui io esprimo un’idea, e qualcun altro ne
esprime una opposta, quel qualcun altro diventa il mio nemico. Se la
discordanza di idee si manifesta in una discussione fra vicini di casa, è
auspicabile e possibile che la lite si ricomponga con una mediazione
pacifica e intelligente. Ma in politica non può avvenire, specialmente
in campagna elettorale. Si parla, non a caso, di "competizione
politica"; se ci piace, sostituiamo il termine "nemico" con
"avversario", ma la sostanza non cambia. E a questo proposito voglio
ricordare che Berlusconi e Renzi strillano "non votate per Hitler, per
Stalin, per il Fascista, per il Pazzo furioso, per il Comico, per il
Buffone". Hanno individuato un nemico in carne e ossa e lo insultano,
che ne dice Enzo? E’ curioso poi che una persona sola possa accentrare
tutti questi epiteti così diversi fra di loro, come se questa persona
fosse l’incubo terribile di una somma di questi Personaggi... io leggo
molti libri di fantascienza ma, le giuro, neanche lì ho trovato esseri
così malvagi e poliedrici. Forse nei miti di Chtulu... ma sto divagando.
Sig.
Enzo, la prego, sia meno avventato. Lei scrive "Gottardo chiede: è
demagogia dire che in questa Europa moriremo? Sì, è demagogia: Lei vede
l’Europa come un nemico che ci ucciderà, per Lei non c’è scelta, vuole
convincere che non c’è soluzione alcuna". Che cosa ne sa LEI del mio
europeismo? Niente. Lei si aggrappa a poche mie parole, capendole anche
male, per dedurre conseguenze estreme del mio pensiero, ma lei sbaglia.
Io dico che QUESTA Europa crollerà, mentre io voglio un’Europa che sia
davvero l’unione politica e culturale di popoli molto simili tra loro (e
non lo sanno). Come un padre di famiglia corregge ed educa i propri
figli per il loro bene, anche scontentandoli a volte, così il mio
pensiero è correggere questa Europa affinché diventi una unione
possibile e reale; non voglio essere acritico per vedere alla fine
un’Europa che si disgrega. Lo immaginava lei? Eppure, alla fine,
pensiamo nello stesso modo: occorre fare del lavoro per migliorare
questa Europa. Però io sono grillino, e in quanto tale io sbaglio mentre
lei ha ragione. E le spiego perché dico che in QUESTA Europa moriremo:
perché abbiamo firmato due patti che c’impediscono di fermare il nostro
declino. Al termine di un declino c’è la morte. Lei si rende conto che
abbiamo fatto fatica a trovare 4 miliardi per abolire parte dell’IMU, e
c’illudiamo di trovare, ogni anno per venti anni, 50 miliardi? Facciamo
fatica a racimolare 10 miliardi per dare 80 euro al mese a un po’ di
gente, e pretendiamo di trovarne 50? Quando avremo venduto un po’ di
aziende di stato, anche i 10 miliardi non li troveremo più; e vogliamo
trovarne 50? Mi fermo qui, non posso spendere tutta la mattina.
Due
note ancora per il buon Paolo. "nell’euro ci siamo (ormai) e ci
dobbiamo rimanere, cercando piuttosto di non farci buttare fuori, cosa
non del tutto scontata". Non ci butteranno MAI fuori dall’euro. Non sto a
spiegare il perché. Riguardo a starci dentro o uscirne, per scelta
nostra, chi si crede di essere, Paolo, per saperlo? Mi pare che in
questo blog ci sia un sacco di esperti di latino, di storia, di economia
e di filosofia. Ma forse questi esperti si guardano poco intorno. Sono
bravi a fare i complottisti quando si parla di Casaleggio, ma non si
abbassano a discettare di egoismi nazionali e lobby internazionali,
quelli che da anni ci stanno facendo sputare sangue.
Caro Paolo,
la tua chiusura poi è esilarante: "Capirai arrivano i nostri ,i
parlamentari eletti con venti voti online cadauno...". Il copione
l’abbiamo già visto alle politiche del 2013. Per conto mio c’è stato un
buon risultato, perché la gente comune, giovane e idealista, s’è
dimostrata migliore della media. Naturalmente tu la pensi all’opposto, e
io rispetto le tue idee; dico però che in Europa è meglio mandare gente
nuova, anche se carica d’incognite, che i trombati, o quelli eletti per
un ruolo e mandati in Europa a farne un altro. Il risultato si vede:
l’Italia è al 25imo posto per frequentazione del parlamento europeo: si
nota una passione politica connaturata ai politici italiani di professione.
Un saluto a tutti,
Gottardo