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Commento di

su Le espulsioni nel M5S: tra Führerprinzip e cittadinanza


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1 marzo 2014 10:28

Caro Paolo,

rispondo volentieri.

> riferimento a Orelliana il termine "dissidente " che è tutto un programma

Se si cercasse di dare alle parole il loro significato, invece di infarcirle di significati storici inapplicabili, sarebbe tutto più semplice.
Il buon Orellana è palesemente un dissidente, che significa semplicemente che non è d’accordo con le idee del Movimento. A questo punto continui pure a perorare la sua causa, in piena libertà, associandosi con chi ha idee simili o mediabili con le sue.
E’ una cosa normale e apprezzabile questa, parallela a quella che è successa nel PD: con l’avvento di Renzi hanno dato le dimissioni Cuperlo, Fassina e Letta; Civati parla di secessione. Nessuno di quei personaggi farà alcunché, forse aspettando tempi migliori, forse per codardia, non lo so. Certamente non succederanno mai, nel movimento 5 stelle, scene penose come quelle dell’elezione del Presidente della Repubblica; almeno fino a quando il M5S cercherà di mantenere una certa coerenza.
Tanto per prevenire il tuo prossimo pensiero, Paolo, cito la votazione sull’abolizione del reato di clandestinità, dove due deputati grillini votarono a favore prima che fosse decisa una linea condivisa. Non sono stati espulsi, semplicemente perché capita a tutti di sbagliare o di essere temporaneamente dissidenti. Come non furono espulsi, a loro tempo, coloro che votarono per Boldrini, Grasso, Prodi. Ma nel caso di Orellana il problema è pressoché continuo, mi chiedo perché non sia fuoriuscito lui di sua spontanea volontà.

> Il M5S ... il cui statuto ... "candidatura " senza diritto di opinione
> Come vogliamo definirlo ? Fascismo ? Polpottismo ? . Fate voi.
Il tuo astio ti acceca e spari cazzate.
Il diritto di opinione è garantito; però, dopo una consultazione interna (limitata ai parlamentari, o estesa a tutta la base), tutti devono rispettare le scelte della maggioranza. Questo è un punto imprescindibile, altrimenti non si può più parlare di forza politica ma solo di accozzaglia di persone (come è per esempio il PD, con le sue correnti interne di democristiana memoria). E, di nuovo, riporto l’esempio del reato di clandestinità: dopo la votazione degli iscritti anche "l’intoccabile sua maestà" Beppe Grillo ha preso atto della volontà della maggioranza e si è adeguato.
D’altra parte capirai che l’assenza di vincolo di mandato, espressa nella Costituzione Italiana, è in antitesi con l’idea dei partiti (che difatti nella Costituzione non sono regolamentati). Che senso ha associarsi a un partito, se poi non c’è la minima assicurazione che le idee di quel partito vengano portate avanti?
Comunque, a nessun parlamentare M5S è stato imposto di entrare nel Movimento, come nessuno impone a chicchessia di fare un mutuo per comprarsi una casa. Ma quando si contrae un mutuo, si prova ad onorarlo, e parimenti quando un parlamentare 5 stelle viene eletto, deve cercare di rispettare le regole a cui ha liberamente aderito. Gli elettori, d’altra parte, sanno che votano per un programma e regole precise: neppure loro sono obbligati a farlo. Se amano votare per qualcuno che risponda solo alla propria coscienza, trovano nell’arco parlamentare un sacco di altre forze politiche, delle quali la più importante, "mai con il PDL", prima fa un governo con il PDL e poi una legge elettorale con il sig. "game over". Ma ce ne sono altre, sempre per stare a sinistra. Si può votare per SEL, prima in coalizione con il PD ma adesso all’opposizione, oppure per UDC, che ora si riposiziona verso destra.
Quindi Paolo, se non ti piacciono le regole dei grillini vota per chi ti pare, ma prendi atto che hanno una loro coerenza ben distante dal fascismo (non penso di dover elencare le differenze tra fascismo e grillismo, le conosci benissimo ma ti piace fare finta di niente).

> Il movimento [non ha] uno statuto conforme alla legge ...
E allora? Se domani la Corte Costituzionale dirà che i grillini in parlamento sono illegittimi ce ne andremo. Ma fino a quel momento (che non verrà mai) è tutto perfettamente legale.

> Per avere diritto al rimborso elettorale lo statuto andava depositato ...
> non esisteva pertanto nessun diritto al rimborso elettorale
> continuate a propinare la balla della restituzione
Perché travisi volutamente, come fai sempre, il senso delle parole.
Nel Restitution Day, dove effettivamente sono stati restituiti 1,5 milioni di euro di diarie non spese (in soli due mesi e mezzo), le parole testuali del capogruppo Nuti sono state: "Il nostro è un esempio. Se gli altri facessero come noi si risparmierebbero 40 milioni di euro. Noi abbiamo rinunciato a 42 milioni di rimborsi elettorali, i partiti a fine luglio prenderanno un’altra rata di 90 milioni".
Il significato è che se tutti facessero come il M5S, ci sarebbe una restituzione di 40 milioni di euro; inoltre, che M5S ha RINUNCIATO a 42 milioni di euro. Poi, un po’ per la somiglianza delle cifre 40 e 42, un po’ perché ne parlano in tanti e ci sono inevitabili imprecisioni tra "rinuncia" e "restituzione", un po’ perché il M5S ci avrebbe messo 5 minuti a legittimarsi per il rimborso ma non ha voluto, ma soprattutto PERCHE’ PRIMA DEL 2012 IL M5S HA DAVVERO RESTITUITO I RIMBORSI DELLE ELEZIONI REGIONALI, ma tu soffri di severi lapsus freudiani, si crea confusione fomentata anche da detrattori tuoi colleghi.
Insomma: l’effetto pratico del discorso è che i grillini non prendono soldi mentre gli altri sì, e il tuo aggrapparti alla differenza tra rinunciare e restituire è patetica.

Per chi è interessato, il link http://www.fanpage.it/i-rimborsi-el...

spiega in modo abbastanza imparziale.

Ciao,

Gottardo


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