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Commento di Persio Flacco

su Il gas dell'Azerbaigian fa dimenticare i diritti umani


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Persio Flacco 14 gennaio 2014 12:59

Lei scrive << Nel 2003, forse non lo ricorda, Amnesty International apriva le manifestazioni contro l’intervento militare in Iraq con lo striscione "Non in nome dei diritti umani" (ossia, non ci provare a usare il tema dei diritti umani). >>

Si, certo, ma come lei sa bene l’attenzione dei governi e dei media è selettiva: alle denunce contro i loro obiettivi viene dato grande risalto; alle diffide delle organizzazioni che le hanno prodotte circa l’uso delle loro denunce viene data poca o nessuna importanza.

Quello che risulta è che governi e mass media giustificano i loro attacchi con le denunce delle organizzazioni per la difesa dei diritti umani mentre queste ultime si difendono dall’accusa di svolgere un ruolo di supporto agli attacchi affermando di aver denunciato violazioni reali e di aver manifestato contrarietà alla guerra. Ognuno è giustificato, dunque la guerra non ha colpevoli. Il delitto perfetto insomma.

Ed è inevitabile che le cose vadano in questo modo: chi denuncia dei crimini, perché è questa la sua missione, non può decidere quali modalità di repressione verranno adottate da chi ha il potere di attuarle. Questo lo sa già in partenza, dunque sa già in partenza che le sue denunce verranno strumentalizzate da chi, fin dall’inizio, intendeva adottare certe modalità repressive funzionali ai suoi scopi.

Le organizzazioni per la difesa dei diritti umani non possono dunque ignorare quale uso può essere fatto delle loro denunce, tanto meno quando sanno già che esistono che esse cadono in un contesto di forti ed evidenti tendenze a colpire chi viene denunciato per motivi che nulla hanno a che vedere con i diritti umani.

Non curarsi dell’effetto che avranno le loro denunce in un certo contesto è una spia sicura della cattiva coscienza di certe organizzazioni umanitarie.

Ma, tornando al caso Iraq, c’è un altro aspetto ancora più eclatante in queste dinamiche, cioé la rimozione della più grave delle violazioni dei diritti umani: la guerra stessa.

Oltre alle centinaia di migliaia di civili uccisi direttamente e indirettamente dalle operazioni belliche, ai milioni di progughi, alle atrocità individuali, alle torture, alla distruzione di beni pubblici e privati, la lacerazione del tessuto sociale, le divisioni, le rivalità rinfocolate o suscitate ad arte, offuscano il futuro di generazioni di irakeni. 

Non è questo il maggiore dei crimini commessi? E dove sono le denunce di Amnesty?


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