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Commento di

su La querelle "naturale contro artificiale": dagli Ogm al parafulmine


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26 dicembre 2013 13:36

Ma se i rischi sono difficilmente prevedibili, lei come fa a prevedere che vi siano? Si rende conto della contraddizione intrinseca del suo discorso?


Per parlare di rischi bisogna essere in grado di prevederli. Non dico essere in grado di prevenirli, ma almeno avere elementi per dire che una determinata situazione si potrebbe verificare. Altrimenti si esprimono solo pregiudizi.

A questo punto, ragionando come fa lei, si potrebbe parlare anche di benefici difficilmente prevedibili e quantificabili, non so se mi spiego.

L’unico vero problema degli OGM, ed è un problema serio che in realtà non è legato alla tecnologia di per sé ma allo sfruttamento economico della tecnologia, è il rischio di impoverimento biologico.

Decine di varietà di alberi da frutta stanno sparendo, soppiantati da ceppi più resistenti e quindi più spendibili sul mercato. Le mele sono tutte uguali, tutte perfette, della stessa dimensione, senza un difetto. Però hanno tutte lo stesso sapore o profumo, a volte assolutamente incomparabile a quello di altre varietà che non ormai non si trovano più neanche nelle campagne, non più coltivate perché non hanno mercato.

Tra una mela profumata e saporita, anzi tra decine di varietà diverse di mele profumate e saporite... ma piccole, asimmetriche e magari non del tutto perfette... e una bella mela gialla, grande, simmetrica, dalla buccia di colore omogeneo e che non presenti alcuna imperfezione... ma che non sa di niente...secondo voi il consumatore cosa acquisterà? E cosa conviene produrre?

A tutti piace la frutta e verdura di un certo calibro o qualità, ma non ci si rende conto che in natura gli zucchini non sono tutti uguali, né le patate o i pomodori. Invece di tuonare contro gli OGM bisognerebbe recuperare il gusto per la frutta e verdura esteticamente meno perfette ma di migliore qualità, in modo che anche queste abbiano un mercato e non spariscano.

L’economia si basa essenzialmente sulla domanda e l’offerta. Una tecnologia non può soppiantare da sola un prodotto del tutto naturale se i consumatori non lo consentono. Specie nei mercati come i nostri, composti di acquirenti benestanti e che possono scegliere.

La colpa è nostra, non degli OGM.

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