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Commento di GeriSteve

su Credenti e non credenti: dove porta il dialogo Scalfari-Bergoglio


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GeriSteve 18 settembre 2013 16:54

Esiste una differenza storica, culturale e antropologica. Frazer (quello del ramo d’oro) è stato il primo a tratteggiarla. Ne faccio un sunto semplificato.

Prima c’era la magia, con cui l’uomo cercava di capire e dominare la natura.
Esempio di magia simpatica: nella danza della pioggia con fiaccole e tamburi che "mimavano" i lampi e i tuoni gli uomini credevano di provocare l’attesissimo temporale di ferragosto, solo dopo il quale si riusciva a fare il raccolto.

Dopo è arrivata la religione, con cui l’uomo cercava di ottenere dei favori da un dio suo amico.

Esempio: alla danza della pioggia si affiancano processioni con statue della madonna della neve, della quercia, della grazie (sempre nella prima metà di agosto) e a quella santità si chiede la grazia di far piovere ed avere un buon raccolto, in cambio di offerte e adorazioni.

Il primo approccio è quello magico-scientifico: gli uomini credevano davvero di avere il potere (conoscere il modo) di provocare la pioggia o di trasformare le pietre in metalli.
Oggi noi chiamiamo magia quelle "scienze" in cui non crediamo più (danza della pioggia) e scienze o tecnologie (metallurgia) quelle in cui crediamo ancora.
Con il progredire delle conoscenze il confine fra scienza e magia si sposta di continuo, ma il confine fra la scienza-magia e la religione no: è un confine antropologico e psicologico.
Lo scienziato studia la natura e impara a dominarla ( se prende cantonate poi lo si chiama mago), mentre il credente fedele non ha fiducia in se stesso in quanto tale, ma soltanto nei favori e nei poteri che vengono da uno o più esseri superiori.
Chiaramente quei poteri non vengono soltanto dai miracoli, ma anche dalle discendenze (islamismo sciita, imperatori-dei), o dai testi sacri; il che spiega sia il culto del potere che il dogmatismo.
Le strutture sociali del potere culturale hanno creato una certa contaminazione fra credente fedele e scienziato: basta pensare agli assistenti portaborse di un barone universitario, che culturalmente dovrebbero essere degli scienziati, ma antropologicamente sono dei fedeli e dei "dogmatici scientifici".
GeriSteve


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