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Commento di

su La speranza è nel blog di Beppe Grillo. Incredibile ma vero


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9 luglio 2013 00:37

Caro Gottardo,

non lo so sinceramente se i miei discorsi sono “squisitamente politici”. Sono semplicemente i “miei” pensieri scritti o in un articolo o nelle risposte che le do. Quindi sono “politici” perché di politica stiamo parlando.

Io non ho mai difeso la linea politica del PD che ritengo, e non mi sono mancate le parole per dirlo in numerosi articoli, un ignobile carrozzone pieno di contraddizioni, gruppi di potere, correnti eccetera. Del resto non ho inventato niente, se lo dicono da soli.

Questo non toglie che all’interno del PD ci sia anche gente onesta; che fa politica per passione, soprattutto fra la gente comune e fra gli elettori.

Poi, dice, bisogna essere maliziosi per fare politica...in Italia. Spero che stia scherzando oppure vive sulla luna ? Questa è la politica. Ovunque nel mondo. La politica è il modo in cui certi ideali – se se ne hanno – vengono tradotti in pratica fra mille compromessi, trattative, passi avanti e passi indietro. Migliaia di persone sono morte solo per avere il diritto di dire liberamente le cose che io e lei diciamo in tutta tranquillità quando ci pare, prendendo questa libertà come un banale dato di fatto. Ma quanto c’è voluto per arrivare a questo banale dato di fatto ?

Se si scende in politica bisogna saper ragionare e dialogare, non fantasticare su quanto sarebbe bello il mondo se... ma saperci fare, o imparare a farlo, per tradurre il bello che si ha in testa, in fatti concreti, in azione, in “modalità operative”, in risultati che si possono ottenere se e quando le circostanze che noi stessi abbiamo contribuito a determinare ce lo consentiranno.

Allora “fare politica” significa, ad esempio, che non puoi mettere i tuoi paletti con rigidità chiudendoti ad ogni trattativa e poi lamentarti che nessuno ti ha dato retta. Rodotà non andava bene. Per un po’ di motivi che prescindono, tutti, dalla sua persona: il primo è che il carrozzone del PD era ed è un carrozzone strapieno di contraddizioni e di tendenze laceranti; di forze centrifughe che tiravano da ogni parte. Ma il tentativo di Bersani andava capito e le sue aperture, per quanto minimali, andavano incoraggiate per dargli l’ossigeno che altri, all’interno del PD e non solo, continuamente gli toglievano. Abbiamo assistito tutti alle settimane di corteggiamento inutile che dopo un po’ è stato criticato da tutti.

Poi perché a monte c’era già stata la manfrina dell’incontro in streaming di cui ho parlato nella mia risposta precedente che ha sicuramente irrigidito le posizioni; poi perché Rodotà era il candidato del M5S; allora se si vuole fare un accordo o almeno trovare una strada di convergenza è necessario che uno metta da parte il “suo” candidato mentre l’altro accetta di mettere da parte il “proprio”; poi, dopo, insieme, si inizia a cercarne un terzo che possa andare bene a entrambi. Questo significa cercare un accordo. Non dire vota il mio e poi vedrai. Questo si fa all’asilo.

Insomma, Gottardo, lei mi fa ripetere cose che ho già detto. E le ho citato Travaglio con cui raramente sono in accordo, ma che, alla fine - già il 30 di marzo - aveva detto le stesse cose che dico io: l’M5S ha fatto un autogol. Punto e accapo.

Che il sistema si difenda e che lo sappia fare è la scoperta dell’acqua calda, ma se lei dopo tutto quello che è successo pensa di cavarsela dicendo che la colpa è di quei 16 o 18 milioni che non hanno votato Grillo, mi scusi ma questo è semplicemente sconfortante. Un minimo di autocritica dopo che il M5S è passato dal 30 al 3 % (come in certe città siciliane) non ve la volete fare ?

Come ho detto, il difetto sta nel manico. Questo è quello che penso io. Che altro devo aggiungere ?

Saluti, FDP


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