E’ un’analisi decisamente interessante, ma non mi convince.
Emanuele-Isegoria fa bene a distinguere gli elettori del PD
dal PD, ma sbaglia nel considerare il PD come un vero soggetto politico.
Le decisioni
politiche importanti vengono prese in organizzazioni occulte e trasversali:
in Italia abbiamo avuto P1 (la prima loggia Propaganda, quella che ha
programmato l’entrata in guerra e poi il fascismo), P2 e chissà quante altre; a
livello internazionale Rockefeller ci ha dato l’Aspen, Trilateral, Bilderberg,
tutte organizzazioni in cui complottano leader che dovrebbero essere
concorrenzialmente contrapposti: finta concorrenza politica o commerciale o
finanziaria.
La decisione
strategica dell’inciucio è stata presa oltre vent’anni fa e le tattiche vengono
messe a punto di volta in volta, con attentissimo rispetto dei diversi ruoli,
perchè il "pubblico" (Trilussa lo chiamava "quel popolo cojone") continui a credere che quei personaggi
siano davvero in conflitto fra loro.
Chiaramente, Rodotà
non solo non avrebbe mai firmato leggi ad berlusconem, ma avrebbe richiamato il parlamento al rispetto del volere dei cittadini
sui temi referendari (di cui lui è stato attivo sostenitore); questi i veri motivi per cui assolutamente non
doveva passare.
Renzi ha recitato
benissimo la sua parte scagliandosi contro Marini, un arnese della prima
repubblica da rottamare (come se invece Napolitano non lo fosse), mimetizzandosi fra i sostenitori di Rodotà
e distogliendo l’attenzione dall’inciucio in preparazione.
La mossa geniale poi
è stata quella di candidare Prodi per impallinarlo: lì D’Alema, Renzi e le
altre "forze oscure" nel PD hanno lavorato benissimo, manovrando
senza apparire.
Vendola lo sapeva, inoltre si ricordava bene che l’altra
volta che D’Alema ha fregato Prodi è riuscito a scaricare la colpa su
Rifondazione e Bertinotti; per questo Vendola ha pubblicamente
"targato" i voti di SEL come voti per "R. Prodi": perchè
fosse chiaro che non era lui il traditore.
Però la recita è
riuscita bene, e infatti Emanuele-Isegoria si crede che D’Alema fosse con
Prodi e che "quel furbone di Renzi" sia stato in grado da solo di
sottrargli oltre cento voti di rappresentanti del PD.
E così, fra una "ammuina" e un’altra abbiamo un nuovo presidente che
assomiglia ad uno vecchio che ha già messo il governo dell’Italia in mano ad un
uomo della Trilateral, del Bilderberg, dell’Aspen e che, guarda caso, farà
altrettanto: perchè niente cambi e
niente turbi i poteri forti.
GeriSteve