Le scimmiette iraniane sono perfettamente identiche per parità di diritti a quelle americane. E così come sbagliano gli iraniani sbagliano gli americani. Ho scritto questo intervento perché sono rimasta molto scossa dal caso specifico che mi sono accorta rappresenta solo la punta dell’iceberg degli esperimenti fatti sugli animali nello spazio. Volevo sottolineare la crudeltà dell’uomo, senza distinzioni di pelle, lingua o bandiera. L’errore che spesso fa la Stampa, (non tutta ceerto) come dici tu, è quello di osannare i più forti; lo stesso sistema sembra reggersi sull’esaltazione delle doti di chi prevale, una sorta di legge di matrice darwiniana: chi sopravvive, chi non si piega ma fa piegare, è il vincitore e merita di affermarsi. E’ il principio del superuomo estremizzato e incancrenito nelle dittature nazista e fascista. E’ un messaggio sbagliato che dobbiamo cercare di controvertire. Dovremmo invece fermarci a riflettere, captare un segnale di come le insidie della degenerazione siano sempre in agguato anche in gesti come quello dell’invio di un animale nello spazio. Ancor più nelle guerre tra popoli. E spero che una piccolissima goccia nel mare della riflessione sia rappresentata anche dai nostri commenti...