Concordo con te quando scrivi: «Forse questa storia mi ha così impressionato perché le scimmie sono animali simili a noi
e in quello sguardo terrorizzato ho rivisto lo sguardo di tanti uomini
(e di tanti animali) che non possono difendersi ma sono costretti a
piegarsi alla legge del più forte.»
Però non mi rimane altro che farti presente il caso particolare ovvero che si parla della scimmietta che a me ha fatto tanta pietà proprio perché è stata torturata dagli iraniani che a nessuno interessa che fine faranno nella prossima guerra e che poi sono nemici del più forte in assoluto ovvero gli americani.
Invece per gli americani e le loro moltissime, e non una, scimmiette cosa è stato riservato? Inni e gloria nei secoli. Due pesi e due misure? Senz’altro i deboli si possono criticare mentre i più forti si possono solo osannare.
Quindi siamo sempre la a difendere non il più debole come la scimmietta tenerissima ma il più forte: gli americani. La scimmietta degli USA non è uguale a quella degli iraniani? Senz’altro no e non perché noi siamo razzisti, non cambia mai nulla nel mondo, sempre a difendere il più forte e a bastonare il più debole.
Questo non vuole essere una critica all’articolo ma una critica generica alla Stampa che si occupa di criticare l’operato dei deboli e di osannare l’operato del più forte.