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Commento di Renzo Riva

su La nuova era dell'idrogeno


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Renzo Riva 8 marzo 2009 11:45

 
http://www.ilpiave.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6727
SULL’IDROGENO UNA CAMPAGNA DEMAGOGICA

È demagogica la campagna sulla nuova economia islandese ad idrogeno iniziata nell’anno 1999 e che avrebbe dovuto nel volgere di un decennio equipaggiare tutte le automobili ed anche le navi da pesca con motori elettrici azionati da fuel-cell alimentate ad idrogeno.

Ricordo pure che sul sito internet della Casa Bianca, durante il primo mandato Bush (2001-2004), imperversavano i programmi per l’utilizzo dell’idrogeno (che ricordo non essere un combustibile come il gas, carbone, legna ecc. bensì un vettore d’energia di altra fonte) con promesse di investimenti fantastimiliardari nelle nuove tecnologie correlate sull’onda del "guru" mediatico Jeremy Rifkin.
Oggi l’Islanda è un paese in bancarotta al pari degli Usa e più nessuno ricorda i program mi sull’idrogeno.
È da notare che l’idrogeno si poteva sviluppare conveniente mente solo col procedimento di termoelettrolisi e che può essere convenientemente ottenuto solo con l’energia termica ed elettrica di fonte nucleare.
Spero che la nuovo primo ministro islandese non venga ricordata solo per la sua dichiarata omosessualità bensì per aver messo ordine nella "pazzia" collettiva generatasi nel suo Paese nello scorso fine secolo.

Renzo Riva
C.I.R.N. Friùli VG
Comitato italiano rilancio nucleare
Buja (Udine)

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 La chimera
Energetica
di Barack Obama
Al Signor Mauro Amaldi Te­sta che in una lettera parlava delle auto elettriche posso dire che una strada percorribile ma non ancora certa è quella di equipaggiare le automobili con gli ultracapacitori in luogo del­le tradizionali batterie al piom­bo che hanno il vantaggio ri­spetto alle batterie al piombo di avere un rapporto peso/potenza di 4:1 e di imma­gazzinare 52 kwh d’energia per un volume di 33 dmc (o litri), per un peso di kg. 152 e con milioni di cicli di carica/scarica con tempi di 4÷6 minuti.
 
Ma resta sempre il proble­ma: con quale fonte potremmo produrre l’elettricità necessa­ria ai trasporti? Ricordo che oggi sul pianeta Terra si consu­ma l’energia con queste moda­lità: 1/3 trasporti, 1/3 produzio­ne elettricità, 1/3 per esigenze insediative domestiche e indu­striali diverse dall’elettricità. Al nuovo Presidente degli USA mal glien’incoglierà se perse­guirà i piani energetici che aveva enunciato durante la campagna elettorale. Franco Battaglia nei suoi convegni di­ce che l’energia è un bene mol­to particolare e riporto un pas­so dei suoi discorsi per fissarne il concetto: "L’errore di Obama - gravissimo errore, con esiziali conseguenze - è ritenere di af­frontare crisi e disoccupazione creando posti di lavoro nel set­tore della produzione d’ener­gia. Il ragionamento è pressap­poco questo: per produrre energia da eolico o fotovoltaico (FV) servono 10 volte gli ad­detti che servono per produrla da carbone o nucleare; ergo, incentivando sole e vento cre­iamo posti di lavoro. Ciò che Obama non comprende è che l’energia è un bene molto parti­colare. Noi non vogliamo ener­gia, ad esempio elettrica, in sé (come accade con qualunque altro bene), ma perché essa ci serve per produrre ogni altro bene desiderato. Allora, ciò che crea posti di lavoro non è la produzione ma il consumo d’energia e, pertanto, la sua di­sponibilità abbondante ed eco­nomica. Altrimenti faremmo presto: diamo a 3 milioni di di­soccupati una bicicletta e fac­ciamoli pedalare per produrre elettricità. Creare posti di lavo­ro nei settori eolico e FV è co­me creare una squadra d’ope­rai che scavi buche di notte e un’altra che le riempia di gior­no. Perché? Semplicemente perché eolico e FV, non essen­do compatibili con le modalità con cui noi abbiamo bisogno di energia, sono come le buche: inservibili."

Renzo Riva



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http://www.ilpiave.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6724

MUTUI E POLITICA USA

Tra prime e subprime


Chi ha fatto carriera politica promuovendo cause contro le banche che non concedevano i mutui prima casa agli ispanici e agli afroamericani?
Purtroppo chi diede l’appiglio per tali cause fu Bill Clinton che agli inizi degli anni ’90 fece una legge per promuovere l’acquisto della prima casa per diminuire la pressione razziale della parte più emarginata e che stava montando nella società statunitense.
Dapprima le banche non concedevano i mutui perché la maggior parte dei richiedenti non apparteneva alla categoria "prime" ma "subprime" perché già protestati. Un "avvocato" si fece paladino delle aspirazioni degli ispanici e degli afroamericani promuovendo cause contro le banche in virtù della legge voluta da Clinton aggiungendoci pure l’accusa di discriminazione razziale. I giudici dei tribunali sistematicamente condannarono le banche che dovettero pagare anche dei risarcimenti, oltre alla concessione del mutuo.
La continuazione ora la conoscete: Stati Uniti in banca rotta e l’avvocato Obama Barak presidente.

Renzo Riva
Buja- Ud
         

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