Gentile signor Anonimo, spero mi sia concesso di esternare la mia
insofferenza nel ribadire l’ovvio. Uffa! La sua prosa, la definirei
trans-figurativa, perché tende ad andare oltre la realtà oggettiva
delle cose o delle situazioni che normalmente si è portati a
rappresentare, proiettandosi nell’area della metafisica. La profonda
compenetrazione di una passione conoscitiva emerge dalle esperienze
di una realtà in evoluzione, in cui le parole svelano a poco a poco
gli elementi reconditi che hanno toccato l’animo. La memoria del
vissuto e forse del sognato, più della raffigurazione dell’entità
astratta o concreta che si formalizza nel tratto della sua scrittura.
Lei non perde occasione per rammentare che anche le astrazioni hanno
una funzione propria che va oltre la forma e passando dalla cronaca
alla sua traduzione simbolica realizza una più accentuata
intensità, perché la cronaca valorizza le implicazioni, è più
coerente come linguaggio e porta all’astrazione: l’astratto è
presente nella realtà, come pure il surreale e il metafisico che
emergono anche dalle situazioni ordinarie, attraverso le volute
ambiguità di taluni particolari, a esempio nelle immagini riflesse
in una locuzione: (...) "un dirigente scolastico, dove un soggetto
plurale è concordato con un verbo singolare" (...), della quale finché
non saranno sostituite due "e" con due "a" (Quanto
conti veramente e influisca sui giudizi finali le(a) prese(a) di
posizione di un dirigente scolastico, divenuto più un manager che la
figura autorevole del "vecchio preside bacchettone) lei
insisterà sui giornali, in televisione per volantinare la mia ignoranza e
per esibire i suoi nozionismi.Se lei, signor coraggiosissimo Anonimo, è
un insegnante, le auguro un caloroso "In bocca al lupo!"