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 Home page > Tribuna Libera > Abrogare o no la norma che prevede l’aumento dell’orari​o da 18 a 24 ore per i (...)

Abrogare o no la norma che prevede l’aumento dell’orari​o da 18 a 24 ore per i docenti?

La soluzione. Una potrebbe essere l'equivalente della visita fiscale: un ispettore del ministero bussa alla porta e chiede di poter controllare se lo stipendiato con soldi pubblici stia veramente eseguendo i propri compiti assegnati dalla comunità.

Parliamone con calma. Senza livori ferragostani, natalizi, pasquali e da ponti d'Ognissanti. Senza dubbio è una cosa inaudita portare le ore settimanali di lavoro frontale degli insegnanti da 18 a 24. Un abominio. 36 dovrebbero essere quelle ore.

Gli insegnanti poi lavorano pure a casa, e si spera non a caso, nel pomeriggio, correggendo compiti, preparando la lezione del giorno dopo e quant'altro. Ma il contribuente come fa a sapere se il professore compie esaustivamente il proprio dovere senza intervallarlo, faccio un esempio impensabile in Italia, con delle "ripetizioni private a pagamento?". La soluzione. Una potrebbe essere l'equivalente della visita fiscale: un ispettore del ministero bussa alla porta e chiede di poter controllare se lo stipendiato con soldi pubblici stia veramente eseguendo i propri compiti assegnati dalla comunità.

Se poi questo risultasse indigesto al corpo docenti italiano, allora che si faccia tutto a scuola. Trentasei ore a settimana: lezioni, compiti degli studenti e preparazione didattica. Un bel pacchetto.

I commenti più votati

  • Di Domenico Attanasii (---.---.---.160) 30 ottobre 2012 09:18
    Domenico Attanasii

    Approfitto di questo spazio democratico per fare ordine tra i graziosi orpelli ricevuti dopo la pubblicazione del mio articolo sulla scuola. Glisso sulla mia ignoranza. Questa è una prebenda laica che prescinde dalla percezione di me stesso. Non sono uno scrittore. Di sicuro uno che gli piace raccontare fatti. Per questa ragione ho messo su un blog "Teramaners", parafrasando i "Dubliners". Vizi e virtù della mia gente. Il mio profilo, che appare su "Agoravox" è scritto in inglese per aderenza alle pretese letterarie di accostarsi a un grande della letteratura. La foto è una chimera. Un mix di tratti somatici, quelli nobili James Joyce e le mie. Un volto con copricapo appoggiato sul busto di una foto Bill Brandt e, sullo sfondo, un olmo addobbato per le feste natalizie al posto del lampione. Nella vita oltreweb sono un dipendente privato, assunto con un contratto di 40 ore settimanali, ridotte poi a 38. Le consumo interamente sul posto di lavoro. La mia opinione sulla scuola di oggi, quella statale (non pubblica e parificata), ripeto "scuola statale" è che dovrebbe essere a tempo pieno. Una scuola che restituisca sia gli insegnanti che gli alunni al loro tempo libero al temine di un percorso giornaliero fatto di lezioni, pause, svago e studio.
    Ho appreso dai commenti postati che molti preferirebbero lavorare le 36 ore settimanali, visto che in realtà ne fanno molto di più. E allora dov’è il problema?
    Dimenticavo, in Italia tutti (nessuno escluso) sono sottopagati rispetto alla media europea.
    Buona giornata e buon tiro al bersaglio: mi sono già messo in croce...

  • Di (---.---.---.3) 29 ottobre 2012 18:58

    Si anch’io voglio lavorare 36 ore! Ma non di lezione, intendiamoci, voglio lavorare 36 in TOTALE, Perchè le ore che faccio di solito sono anche di più, a volte direi 38 - 40 a settimana. Però per farle voglio essere trattata come tutti gli altri dipendenti pubblici: voglio avere un mio ufficio, un computer, una stampante dotata di inchiostro e carta; voglio che i bagni dei docenti siano provvisti di sapone e carta igenica, voglio i BUONI PASTO. E voglio che tutte le mie 36 ore siano RETRIBUITE, visto che me ne vengono pagate soltanto 18 e che lo stipendio degli insegnanti italiani è DA FAME.

  • Di (---.---.---.217) 29 ottobre 2012 19:09

    Gentile Signor Attanasi, dal livore con cui critica la scuola si direbbe che lei abbia avuto in essa solo esperienze negative. Non stento a crederlo, dato lo stile con cui scrive gli articoli. Probabilmente, se avesse trovato docenti capaci di insegnarLe a scrivere correttamente in Italiano, non sarebbe così astioso nei confronti della actegoria. Mi riferisco sia a questo "articolo", sia a quello intitolato Squola o squali, dove figurano errori di concordanza come "Quanto conti veramente e influisca sui giudizi finali le prese di posizione di un dirigente scolastico" dove un soggetto plurale è concordato con un verbo singolare.

    Ha ragione, signor Attanasii, se i docenti fossero rimasti a scuola trentasei ore, magari Lei, che si definisce scrittore, avrebbe imparato a scrivere! O forse ne servivano settantadue?

  • Di (---.---.---.158) 29 ottobre 2012 18:57

    Chi ha scritto questo articolo è un ignorante per quel che riguarda la professione di insegnante. Non si parla di 18 ore di lavoro, ma 18 ore di cattedra. E’ ammessa l’ignoranza in materia, ma se sapesse fare bene il suo lavoro di giornalista dovrebbe prima documentarsi. 

    Buon lavoro per i prossimi articoli.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.163) 29 ottobre 2012 10:39

    Ma questo vale anche per i politicanti e i loro scediletti?

  • Di (---.---.---.36) 29 ottobre 2012 18:11

    Sarei davvero lieta di poter lavorare 36 ore a scuola: sarebbero senz’altro meno di quelle che svolgo normalmente e l’opinione pubblica sarebbe soddisfatta. Inoltre io non dovrei spendere il mio denaro per la connessione ADSL che uso a casa, per l’elettricità, il riscaldamento, il telefono per organizzare uscite, incontri con gli esperti e quant’altro.
    Lo Stato, viceversa, dovrebbe mettere a disposizione di tutti i docenti ambienti riscaldati e illuminati, computer, connessione internet etc... (e perché no, dovendo lavorare mattina e pomeriggio lontano da casa, anche i buoni pasto). Non vedo in questo alcun risparmio per la collettività...
    Noi docenti non possiamo pretendere che chi non svolge la nostra professione possa capire tutto il lavoro che essa comporta, ma per quale motivo nessuno dice che gli avvocati lavorano solo per il tempo che passano in udienza e invece gli insegnanti sono visti come dei lavativi nullafacenti?

  • Di (---.---.---.158) 29 ottobre 2012 18:57

    Chi ha scritto questo articolo è un ignorante per quel che riguarda la professione di insegnante. Non si parla di 18 ore di lavoro, ma 18 ore di cattedra. E’ ammessa l’ignoranza in materia, ma se sapesse fare bene il suo lavoro di giornalista dovrebbe prima documentarsi. 

    Buon lavoro per i prossimi articoli.
  • Di (---.---.---.3) 29 ottobre 2012 18:58

    Si anch’io voglio lavorare 36 ore! Ma non di lezione, intendiamoci, voglio lavorare 36 in TOTALE, Perchè le ore che faccio di solito sono anche di più, a volte direi 38 - 40 a settimana. Però per farle voglio essere trattata come tutti gli altri dipendenti pubblici: voglio avere un mio ufficio, un computer, una stampante dotata di inchiostro e carta; voglio che i bagni dei docenti siano provvisti di sapone e carta igenica, voglio i BUONI PASTO. E voglio che tutte le mie 36 ore siano RETRIBUITE, visto che me ne vengono pagate soltanto 18 e che lo stipendio degli insegnanti italiani è DA FAME.

  • Di (---.---.---.217) 29 ottobre 2012 19:09

    Gentile Signor Attanasi, dal livore con cui critica la scuola si direbbe che lei abbia avuto in essa solo esperienze negative. Non stento a crederlo, dato lo stile con cui scrive gli articoli. Probabilmente, se avesse trovato docenti capaci di insegnarLe a scrivere correttamente in Italiano, non sarebbe così astioso nei confronti della actegoria. Mi riferisco sia a questo "articolo", sia a quello intitolato Squola o squali, dove figurano errori di concordanza come "Quanto conti veramente e influisca sui giudizi finali le prese di posizione di un dirigente scolastico" dove un soggetto plurale è concordato con un verbo singolare.

    Ha ragione, signor Attanasii, se i docenti fossero rimasti a scuola trentasei ore, magari Lei, che si definisce scrittore, avrebbe imparato a scrivere! O forse ne servivano settantadue?

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.149) 29 ottobre 2012 21:07
      Domenico Attanasii
      Gentile signor Anonimo, spero mi sia concesso di esternare la mia insofferenza nel ribadire l’ovvio. Uffa! La sua prosa, la definirei trans-figurativa, perché tende ad andare oltre la realtà oggettiva delle cose o delle situazioni che normalmente si è portati a rappresentare, proiettandosi nell’area della metafisica. La profonda compenetrazione di una passione conoscitiva emerge dalle esperienze di una realtà in evoluzione, in cui le parole svelano a poco a poco gli elementi reconditi che hanno toccato l’animo. La memoria del vissuto e forse del sognato, più della raffigurazione dell’entità astratta o concreta che si formalizza nel tratto della sua scrittura. Lei non perde occasione per rammentare che anche le astrazioni hanno una funzione propria che va oltre la forma e passando dalla cronaca alla sua traduzione simbolica realizza una più accentuata intensità, perché la cronaca valorizza le implicazioni, è più coerente come linguaggio e porta all’astrazione: l’astratto è presente nella realtà, come pure il surreale e il metafisico che emergono anche dalle situazioni ordinarie, attraverso le volute ambiguità di taluni particolari, a esempio nelle immagini riflesse in una locuzione: (...) "un dirigente scolastico, dove un soggetto plurale è concordato con un verbo singolare" (...), della quale finché non saranno sostituite due "e" con due "a" (Quanto conti veramente e influisca sui giudizi finali le(a) prese(a) di posizione di un dirigente scolastico, divenuto più un manager che la figura autorevole del "vecchio preside bacchettone) lei insisterà sui giornali, in televisione per volantinare la mia ignoranza e per esibire i suoi nozionismi.Se lei, signor coraggiosissimo Anonimo, è un insegnante, le auguro un caloroso "In bocca al lupo!" 
    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.149) 29 ottobre 2012 21:47
      Domenico Attanasii

      Gentile signor Anonimo, spero mi sia concesso di esternare la mia insofferenza nel ribadire l’ovvio. Uffa! La sua prosa, la definirei trans-figurativa, perché tende ad andare oltre la realtà oggettiva delle cose o delle situazioni che normalmente si è portati a rappresentare, proiettandosi nell’area della metafisica. La profonda compenetrazione di una passione conoscitiva emerge dalle esperienze di una realtà in evoluzione, in cui le parole svelano a poco a poco gli elementi reconditi che hanno toccato l’animo. La memoria del vissuto e forse del sognato, più della raffigurazione dell’entità astratta o concreta che si formalizza nel tratto della sua scrittura. Lei non perde occasione per rammentare che anche le astrazioni hanno una funzione propria che va oltre la forma e passando dalla cronaca alla sua traduzione simbolica realizza una più accentuata intensità, perché la cronaca valorizza le implicazioni, è più coerente come linguaggio e porta all’astrazione: l’astratto è presente nella realtà, come pure il surreale e il metafisico che emergono anche dalle situazioni ordinarie, attraverso le volute ambiguità di taluni particolari, a esempio nelle immagini riflesse in una locuzione: (...) "un dirigente scolastico, dove un soggetto plurale è concordato con un verbo singolare" (...), della quale finché non saranno sostituite due "e" con due "a" (Quanto conti veramente e influisca sui giudizi finali le(a) prese(a) di posizione di un dirigente scolastico, divenuto più un manager che la figura autorevole del "vecchio preside bacchettone) lei insisterà sui giornali, in televisione per volantinare la mia ignoranza e per esibire i suoi nozionismi.Se lei, signor coraggiosissimo Anonimo, è un insegnante, le auguro un caloroso "In bocca al lupo!" 

  • Di (---.---.---.3) 29 ottobre 2012 19:33

    A proposito, io ho una laurea in Fisica a pieni voti, dottorato, Specializzazione SSIS, 4 abilitazioni, Master in didattica della matematica. Lei invece che titoli ha? Da ciò che scrive mi sembra un ignorante. 

  • Di (---.---.---.190) 29 ottobre 2012 20:38

    Quale problema ha o ha avuto con la scuola, ma ha una vaga idea di cosa significhi insegnare, perchè da quello che leggo nel suo articolo, l’imparare non è stato alla base della sua formazione, piuttosto il ripetere senza capire, come non comprende a fondo neanche le parole che usa per parlare di un lavoro che non conosce se non per sentito dire

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.149) 29 ottobre 2012 21:21
      Domenico Attanasii

      Lei conosce il mio lavoro? Istruito nelle valenze dedicate alle reti di calcolatori, tipologie e livelli di astrazione. Doppini, cavi coassiali e comunicazioni in fibra ottica, protocollo SDH, protocollo ETHERNET. Comunicazioni radio, tecnologia HiperLan, Wi-Max, principi di Networking, TCP/IP e indirizzamento. Esperto di sistemi di gestione a garantire le operazioni delle infrastrutture e delle reti in esercizio. Coordinare le attività di manutenzione e monitoraggio delle reti e delle applicazioni in esercizio. Gestire le attività relative all’installazione, l’assistenza e l’esercizio dei prodotti, dei sistemi. L’esercizio e la manutenzione degli impianti e delle infrastrutture di TLC e assicurare la disponibilità dei servizi di TLC. L’assunzione del ruolo di gestore di rete, addetto agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria della rete di TLC, con il principale compito di assicurare la funzionalità della rete, individuando le eventuali anomalie ed effettuando i necessari interventi di ripristino.
      La prego di continuare a occuparsi del suo lavoro senza intuire quello degli altri. Personalmente, gradirei una scuola a tempo pieno. Mio figlio entra in aula alle 8,30 per uscire alle ore 17 con i compiti fatti sotto la (super?) visione degli insegnanti. Tutto qui. La saluto cordialmente.

  • Di Domenico Attanasii (---.---.---.160) 30 ottobre 2012 09:18
    Domenico Attanasii

    Approfitto di questo spazio democratico per fare ordine tra i graziosi orpelli ricevuti dopo la pubblicazione del mio articolo sulla scuola. Glisso sulla mia ignoranza. Questa è una prebenda laica che prescinde dalla percezione di me stesso. Non sono uno scrittore. Di sicuro uno che gli piace raccontare fatti. Per questa ragione ho messo su un blog "Teramaners", parafrasando i "Dubliners". Vizi e virtù della mia gente. Il mio profilo, che appare su "Agoravox" è scritto in inglese per aderenza alle pretese letterarie di accostarsi a un grande della letteratura. La foto è una chimera. Un mix di tratti somatici, quelli nobili James Joyce e le mie. Un volto con copricapo appoggiato sul busto di una foto Bill Brandt e, sullo sfondo, un olmo addobbato per le feste natalizie al posto del lampione. Nella vita oltreweb sono un dipendente privato, assunto con un contratto di 40 ore settimanali, ridotte poi a 38. Le consumo interamente sul posto di lavoro. La mia opinione sulla scuola di oggi, quella statale (non pubblica e parificata), ripeto "scuola statale" è che dovrebbe essere a tempo pieno. Una scuola che restituisca sia gli insegnanti che gli alunni al loro tempo libero al temine di un percorso giornaliero fatto di lezioni, pause, svago e studio.
    Ho appreso dai commenti postati che molti preferirebbero lavorare le 36 ore settimanali, visto che in realtà ne fanno molto di più. E allora dov’è il problema?
    Dimenticavo, in Italia tutti (nessuno escluso) sono sottopagati rispetto alla media europea.
    Buona giornata e buon tiro al bersaglio: mi sono già messo in croce...

    • Di (---.---.---.2) 30 ottobre 2012 16:21

      Nessun problema se l’aumento orario venisse inteso in questo modo; tutti noi preferiremmo ufficializzare le ore che realmente facciamo, se ci venissero retribuite. Ma questo non succederà mai, visto che costerebbe troppo allo Stato e che lo scopo del governo non è certamente quello di migliorare la scuola, bensì di tagliare i nostri stipendi per fare cassa. L’aumento da 18 a 24 ore prospettato dal Ministro Profumo si riferisce esclusivamente alle ore di lezione in aula e avverrebbe senza alcun aumento di stipendio: questo significa che le ore di lavoro reale passerebbero da (circa) 38 ore settimanali a (circa) 50 ore settimanali, traducendosi in un impegno troppo gravoso che peggiorerebbe di gran lunga la didattica e ad una decurtazione di stipendio orario che corrisponderebbe ad una paga da terzo mondo. Non solo: con questa manovra rimarrebbero disoccupati più di 30 mila docenti precari che fanno sacrifici da anni aspettando di entrare in ruolo e che hanno famiglie da mantenere! A tutto questo si aggiunga l’ennesima offesa e umiliazione da parte dei governanti ad una categoria di professionisti come noi, dopo che abbiamo dedicato le nostre vite allo studio, alla cultura e all’educazione dei giovani, dipingendoci come dei fannulloni ed esponendoci alle critiche del "volgo". Detto questo, caro signor Attanasii, la prossima volta che scriverà un articolo, si assicuri di essersi ben documentato sull’argomento e che le sue parole non possano urtare la sensibilità di persone già abbondantemente provate. Buon proseguimento.

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.122) 30 ottobre 2012 20:29
      Domenico Attanasii

      Prendo atto di ciò che il signor Anonimo mi ha spiegato sulla professione di insegnante. I disagi economici e morali addebitati nel tempo a causa di amministrazioni pubbliche disattente alle tematiche della scuola italiana. In soldoni, dichiara di fare il proprio dovere e di guadagnarsi legittimamente il proprio stipendio. Poi, l’anonimo interlocutore passa agli immancabili consigli d’autore:

      (...) Detto questo, caro signor Attanasii, la prossima volta che scriverà un articolo, si assicuri di essersi ben documentato sull’argomento e che le sue parole non possano urtare la sensibilità di persone già abbondantemente provate. Buon proseguimento. (...)

      Le assicuro che io sono un solerte custode della mia onorabilità. Non sono un giornalista. Ho espresso una mia opinione e liberamente la ribadisco. Nulla aggiungo e nulla tolgo a quanto riportato nell’articolo.
      Non mi occupo di remunerazione economica. Tutto quanto di bello o di brutto faccia un insegnate, lo stesso potrebbe fare sul posto di lavoro. Magari insieme ai propri alunni. Per quanto riguarda le mie parole, che siano pure interpretate, generalizzate, messe a condimento della minestra che più si gradisce. Ma le statistiche europee e anche quelle mondiali relegano la scuola italiana in posizioni pessime. Saranno i ragazzi tutti stupidi o c’è qualcosa che non va nei "maestri di vita!?"

  • Di (---.---.---.195) 30 ottobre 2012 18:12

    Se la tira da intellettuale e scrive articoli degni di un Calderoli. Lei è un ignorante. Con disistima. Fabrizio Bina. Alessandria.

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.122) 30 ottobre 2012 19:52
      Domenico Attanasii

      Nel significato più ampio, il pensiero è la somma totale di tutto quanto la mente può definire suo, non solamente il suo corpo e le sue specificità psichiche, ma i vestiti e la casa, moglie e i figli, gli amici, la reputazione e le attività lavorative. A scuola ho imparato che tutti i preparativi della ragione, dunque, in quella che può essere chiamata filosofia pura, sono in realtà dirette a tre problemi: Dio, l’anima, la libertà. Tuttavia, questi tre elementi in se stessi continuano a detenere indipendente il peso oggettivo individuale. Inoltre, in un contesto collettivo relazionale, vale a dire, per sapere cosa deve essere fatto: la volontà è libera se c’è un mondo futuro. Per quanto questo riguardi le nostre azioni con riferimento ai più alti scopi della vita, nella costituzione della nostra ragione, “creare uno spazio di libero pensiero a prescindere dalle visioni del mondo, pensiero politico e idee di chi scrive” è un’azione, nell’accezione prettamente teatrale, affidata al libero arbitrio, non inficiato dai fardelli e dalle pastoie intrinsecamente annidate nelle elucubrazioni cerebrali di chi si pone nel dialogo con idee previamente contrapposte. Rispondo alle sue considerazioni sulla mia persona perché sono un galantuomo. Mi accusano di compiere errori grossolani nella scelta dei messaggi ai quali replicare. E’ vero, è un errore che compio spesso, quello di dare seguito a lettere che non meritano attenzione. Il fatto che io abbia deciso di rispondere alla sua ne è la prova.

  • Di (---.---.---.217) 30 ottobre 2012 20:26

    Il profluvio di parole col quale crede di impressionare chi legge è solo un tentativo di mascherare il vuoto che dietro ad esse si cela. Gli errori grossolani che Lei commette stanno prima di tutto nella sintassi e nella grammatica. Continui ad occuparsi di tutte le belle cose che dice di saper fare e lasci in pace gli insegnanti!

    PS Se sono una categoria così spregevole perché affida loro l’istruzione di suo figlio? Lo prepari Lei che sa tutto e poi gli faccia sostenere gli esami da privatista!

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.122) 30 ottobre 2012 20:43
      Domenico Attanasii

      Sa una cosa, lei ha detto una cosa intelligente. Quasi mi incuriosisce. Ma desisto. E sarò sintetico e alla sua portata. Gli scrittori si differenziano dagli insegnanti per un tratto invisibile agli invasati della grammatica: usano la lingua viva e non quella morta d’accademia. Gli errori che io commetto di grammatica e di sintassi lei non potrà mai correggerli, per il semplice fatto che io non sono "un suo contemporaneo". Lei gira e rigira ogni anno per i banchi occupati da giovani annoiati, e girerà su questa giostra, che lei rende inutile quotidianamente, fino alla pensione. Manzoni ha scritto, riscritto, corretto e aggiustato il tiro nei suoi Promessi Sposi, mentre Dostoevskij scriveva un capolavoro dopo l’altro. Non erano contemporanei pur essendoli. 

      (...) Continui ad occuparsi di tutte le belle cose che dice di saper fare e lasci in pace gli insegnanti! (...)

      Lascerò in "pace" gli insegnati quando non dovrò più pagarli con i miei soldi.
      Non ho mai affermato ciò che lei "spregevolmente" mi mette in bocca: (...) Se sono una categoria così spregevole perché affida loro l’istruzione di suo figlio? Lo prepari Lei che sa tutto e poi gli faccia sostenere gli esami da privatista! (...)

      Questa frase la qualifica e mi impedisce di salutarla.

    • Di (---.---.---.195) 30 ottobre 2012 21:25

      Ma la smetta di darsi delle arie. In qualunque sito ove si parli male dei professori pullulano i qualunquisti alla Brunetta. Lei è così insignificante che non riesce ad attirare neppure quelli e se, tramite Facebook, questo blog non fosse divenuto un po’ più visibile, le sue acrimoniose e sgrammaticate filippiche sarebbero rimaste quello che sono: un peto fastidioso e maleodorante che ammorba solo chi lo ha prodotto. E si paragona pure a Dostoevskij...


    • Di (---.---.---.195) 30 ottobre 2012 21:34

      Le faccio un ultimo favore, mio caro Carneade mangia-professori: a beneficio di coloro che, come me, hanno sprecato alcuni secondi della propria vita ad annusare i peti che lei diffonde via web, lascio un link che rimanda alla sua entusiasmante biografia. Strano che all’Esame di Stato si parli sempre di Carducci, Leopardi, Montale, Pasolini e mai di un monumento della letteratura italiana come lei. 

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.186) 30 ottobre 2012 21:39
      Domenico Attanasii

      Dunque, mi faccia capire... se io mi sono paragonato a Dostoevskij, sempre secondo quanto lei afferma, cioè secondo nessuno, di conseguenza e per spicciolo sillogismo lei sarebbe un Manzoni de noantri!

    • Di (---.---.---.51) 31 ottobre 2012 13:10

      Grazie per la pubblicità del link. Potrei aggiungerne altri, ma non ho di queste virtù.
      Per quanto riguarda Manzoni e i suoi Promessi sposi, le rivelo che si tratta di una citazione colta da un fim con Silvio Orlando, nei panni di un professore di liceo. Ma forse lei predilige film come Con Air, con Nicolas Cage, John Cusack e John Malkovich. Anche questa è una citazione. Le offro un suggerimento. Il regista del film al quale riferisco la mia citazione dotta è Robert B. Weide. Quello della biografia di Woody Allen. Un attore americano. Ah, mi dimenticavo che lei si occupa degli scritti di Calderoli... probabilmente ignora l’esistenza di Allen.

    • Di Domenico Attanasii (---.---.---.51) 31 ottobre 2012 15:22
      Domenico Attanasii

      Grazie per la pubblicità del link.
      Potrei aggiungerne altri, ma non ho di queste virtù.
      Per quanto riguarda Manzoni e i suoi Promessi sposi, le rivelo che si tratta di una citazione colta da un fim con Silvio Orlando, nei panni di un professore di liceo. Ma forse lei predilige film come Con Air, con Nicolas Cage, John Cusack e John Malkovich. Anche questa è una citazione. Le offro un suggerimento. Il regista del film al quale riferisco la mia citazione dotta è Robert B. Weide. Quello della biografia di Woody Allen. Un attore americano. Ah, mi dimenticavo che lei si occupa degli scritti di Calderoli... probabilmente ignora l’esistenza di Allen.

  • Di (---.---.---.51) 31 ottobre 2012 12:49

    Sono d’accordo con i contenuti dell’articolo.

  • Di paolo (---.---.---.134) 31 ottobre 2012 16:01

    Ho letto l’articolo e seguito la discussione (vivace) che ne è seguita con molto interesse .

    Era inevitabile che la discussione prendesse questa piega . Gli insegnanti italiani sono indubbiamente i peggio retribuiti d’Europa ed è purtroppo vero che il loro impegno venga associato soltanto alle fatidiche 18 ore settimanali di lezione( a parte eventuali riunioni ,consigli ,esami ,ricevimento genitori ecc.. ), per non parlare delle interruzioni per ferie ,ponti ,chiusure scolastiche ecc..che sono considerati come una pacchia da chi normalmente dispone di 20 giorni l’anno di ferie .
    E’ inoltre anche vero che l’impegno a corredo(correzione compiti,preparazione delle lezioni ecc.. ) è demandato alla professionalità individuale e quindi non quantificabile , anche se poi certe differenze risultano evidenti .Quindi ha ragione xxx.3 ,quando dice che lei preferirebbe fare 36 ( ma io dico 40 ) ore settimanali in una struttura "organizzata " anche perché in questa maniera cadrebbero tutti gli alibi che giustificano uno stipendio indecente in relazione all’importanza sociale del ruolo dell’insegnante.

    La conclusione è che in questo paese si sono verificate due congiunture politicamente volute ,ossia mantenere una scuola di basso profilo come serbatoio di occupazione(e di voti) e sotto pagare gli insegnanti . La "riforma" Gelmini ha ulteriormente peggiorato la situazione .
    Speriamo che cambi qualcosa.

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