Considero questa di “Mjac” una dolce provocazione.
Figlia legittima della pluralità democratica ancora in uso (….. almeno a parole, dato che i fatti concreti sono ben altro) in Italia, che riporta cosiddette opinioni di maggioranza degli italiani.
Rilevati da chi, dove e come? Con quali domande ed argomentazioni?
Nulla è da sapere!
Il tutto viene trincerato dietro il “si dice”.
Ma, dove, come, da parti di chi?
Mistero!
Come sono suddivisi i soggetti sociali sottoposti a queste fantomatiche domande?
Mah! Chissà! “Si sente dire”.
Viene ripresa l’antica tecnica del “lupo al lupo”.
La questione, invece, è molto più lineare.
Pongo alcune riflessioni di merito:
- Gli scioperi, in tutti i settori lavorativi, costano parecchio ai lavoratori della loro magrissima paga in salario o stipendio. Non sono una “gita fuori porta” o un ballo in maschera carnevalesco in piazza, ove si accede senza pagare “dazio”.
- Di conseguenza, il buon senso del lavoratore o di “capofamiglia” ha sempre imposto una giusta.d equa ed “autonoma” regolamentazione nell’uso dell’ “arrecarsi danno”.
- Si SCIOPERA per: difendere il posto di lavoro, contro i licenziamenti; per i rinnovi contrattuali; per gli obiettivi che cercano di mantenere il reddito ( fortemente leso nel corso degli ultimi anni); per la dignità nei luoghi di lavoro; per la sicurezza atti a prevenire le offese mortali o di mutilazione nel diurno o notturno sito d’impegno; contro la malvagia precarietà; per i diritti sociali.
- Nel settore dei Trasporti vige, da molti anni, una “ferrea” normativa di controllo e d autodisciplina. Prima di “sentenziare” basterebbe semplicemente documentarsi sul merito dell’oggetto sul quale si interviene.
- Le regolamentazioni poste nella proposta di legge delegata del Governo nei fatti impediscono la Libertà di sciopero, diritto fondamentale della nostra Costituzione.
- Nella regolamentazione proposta si parla in maniera “evanescente” di Trasporti ( questa dizione non è mai pronunziata), con l’obiettivo palese che….da cosa nasce cosa. Si interpreta così…………. ma non si dice il reale intendimento.
- L’iscrizione al Sindacato ( qualunque esso sia) è libero. Si paga con una debita quota mensile. Nessuno regala bonus gratis.
- In molti ambiti di lavoro in Italia la somma delle iscrizioni a tutte le OO.SS non raggiunge il 50%. C’è necessariamente da aggiungere che le iscrizioni ( con quota da pagare) ai Sindacati rappresentano nel nostro Paese la massima rappresentazione quantitativa rispetto a tutte le organizzazioni politiche e sociali di qualsiasi genere.
Di conseguenza, Nessuno potrebbe proclamare scioperi!
- Poi, c’è la questione del “settore”, considerata centrale e prioritaria nel testo di legge. Chi ci sbroglia i “numeri”?
- Poi, c’è lo “sciopero virtuale”. Un puro gioco carnevalesco….che i lavoratori dovrebbero pagare.
Mi fermo qui, per non allungare troppo. Rimangono però tante altre questioni sull’oggetto. Tutte di primaria rilevanza.
Mi chiedo.
Lo scrivente ha mai assaporato le “gioie” e le traversie del ricorso allo sciopero?
E’ bello parlare e sparlare sulle “pancie” e sui destini altrui!