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 Home page > Attualità > Cronaca > A proposito di scioperi in Italia

A proposito di scioperi in Italia

Una svolta importante nei rapporti sindacali.

Finalmente è in arrivo il decreto legge del Governo sulla regolamentazione dello sciopero in Italia. Per ora solo nel settore dei trasporti.

La riforma ha trovato il consenso dei datori di lavoro e di quasi tutte le associazioni sindacali, ad eccezione della CGIL, che, per bocca del suo Segretario Guglielmo Epifani, avverte minacciosamente il Governo che, sul diritto di sciopero sancito dalla Costituzione, ci vuole cautela.

Storce il naso anche il Partito Democratico, che giudica questo provvedimento come una drastica imposizione della maggioranza in questo momento di crisi economica, allo scopo di distrarre l’attenzione degli italiani dai problemi concreti.
Ma da tutti i sondaggi si rileva che la maggioranza dei cittadini, sia di destra che di sinistra, è sostanzialmente d’accordo con la riforma, che, pur rispettando il diritto di sciopero, intende salvaguardare anche quello alla mobilità.


Del resto le cifre ufficiali, fornite dalla Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero, parlano chiaro: nel 2008 i Sindacati hanno proclamato, nel solo settore del trasporto pubblico, bel 2195 scioperi, di cui 856 revocati. Di fatto vi sono state 1339 manifestazioni di protesta, cioè (incredibile ma vero!) 3,6 scioperi al giorno, compresi il sabato e la domenica.

Le nuove norme prevedono il referendum consultivo obbligatorio prima dello sciopero, a meno che non si tratti di proclamazioni da parte di Sindacati che rappresentano complessivamente più del 50% dei lavoratori. E’ inoltre vietata l’occupazione di strade, autostrade, linee ferroviarie e aeroporti.

Dovrebbe, quindi, essere finita l’era degli scioperi selvaggi e, ci auguriamo, l’agonia dei viaggiatori accampati negli aeroporti o accalcati nei porti e nelle autostrade.

A proposito della inconcepibile mancata adesione della CGIL, il ministro Sacconi si è lasciato sfuggire la frase (riportata su alcuni quotidiani di ieri): "Temo che manchi la CGIL: ma l’unanimità non è di questo mondo... appartiene al mondo del nulla, del non fare...", mentre il Presidente della Camera Gianfranco Fini, applaudendo al provvedimento, ha precisato: "Non si tratta di soffocare il diritto di sciopero, ma di armonizzarlo con l’esercizio degli altri diritti di tutti i cittadini, in un’opera di bilanciamento che deve tenere conto dell’evoluzione sociale".

Ci auguriamo quindi che questi provvedimenti, che rappresentano una svolta significativa nei rapporti sindacali, possano essere approvati quanto prima dal nostro Parlamento

I commenti più votati

Commenti all'articolo

  • Di Gu (---.---.---.185) 2 marzo 2009 10:05

    Io sono più che mai intimorito da questo decreto legge (notare: un decreto legge!!!) e dai sondaggi citati. A quanto sembra non si percepisce l’importanza del diritto allo sciopero con o senza rappresentare il 30% dei lavoratori (leggi: ammazzare gli scioperi spontanei), con la possibilità di occupare le strade e le stazioni. Soprattutto in questo momento di crisi mondiale, che potrebbe tradursi in taglio dei diritti in nome della ripresa, e di crisi della democrazia italiana, una legge del genere ci avvicina sempre di più ad una dittatura da repubblica delle banane.
    Prego fare un giro per la storia, per i libri di Isabel Allende, per la cinematografia (e non per le barzellette) sui desaparecidos argentini, prima di giudicare questo decreto legge, le ronde padane, l’esclusione della CGIL dalla contrattazione nazionale, il ritorno al nucleare, i decreti sicurezza, le impronte ai rom, il taglio alla spesa per il sociale in favore di quella militare, ecc..
    Con amarezza chiudo affermando che se per evitare di fare ritardo sul lavoro a causa dello sciopero volete rinunciare alla libertà di scioperare, allora vi meritate questa classe politica e chi la vota..

  • Di guru2012 (---.---.---.183) 2 marzo 2009 10:39

    quoto il precedente commento al post e inoltre, se lo sciopero procura disagio solo a chi lo fa (che non prende lo stipendio), mi si spiega che senso ha?

    • Di MJAC (---.---.---.72) 2 marzo 2009 11:14

       MI si spiega allora perchè il diritto di sciopero (per carità, un diritto SACROSANTO) deve annullare gli altri diritti dei cittadini, altrettanto SACROSANTI ?

    • Di JBernhard (---.---.---.109) 9 aprile 2014 10:42

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  • Di accordoseparato.com (---.---.---.185) 2 marzo 2009 10:58

    Le scelte del Governo rischiano di portare ad una svolta autoritaria. C’erano già regole severe per la regolamentazione del diritto di sciopero nei servizi di pubblica utilità. In un momento dove la crisi sta colpendo centinaia di migliaia di cittadini il Governo non trova di meglio che emanare decreti che non affrontano la crisi, ma semplicemente limitano la possibilità di esprimere il proprio dissenso.
    Non ci pare né la strada giusta, né la strada utile ad uscire dalla crisi!

    http://www.accordoseparato.com

  • Di Malatempora (---.---.---.234) 2 marzo 2009 11:56

    Articolo a dir poco delirante, scritto con un tono di un qualunquismo che definire da bar sarebbe a dir poco un complimento. Agoravox controlla ogni tanto chi si definisce collaboratore di questo sito oppure accetta di tutto di più? Personaggi come questo signore letteralmente squalificano un sito fino adesso serio e caratterizzato da un entusiasmo dei collaboratori commovente che hanno sempre mantenuto un tono di obiettività che non è mai scaduto nel pressapochismo.

    • Di Francesco Raiola (---.---.---.123) 2 marzo 2009 12:21
      Francesco Raiola

      Caro Malatempora, controlliamo per quello che possiamo i collaboratori, ma soprattutto ci interessano i e contributi. Noi crediamo nella possibilità di dare una pluralità di punti di vista, soprattutto che chi legga AgoraVox possa confrontarsi su idee e punti di vista diversi; questo ci preme.
      Chi dice che uno ha torto o no? MJac ha riportato un’opinione, che è condivisa anche da molta gente (maggioranza o minoranza poco importa). Su AV abbiamo pubblicato contenuti anche molto critici verso questa legge. Se crede che la serietà e l’autorevolezza di un giornale come il nostro sia solo nel riportare le notizie da un solo punto di vista ci spiace. AV è fatto dai cittadini e i cittadini, fortunatamente, sono tanti e vari...
      La ringrazio comunque per i commenti e i contributi che ci lascia e per la possibilità di sviluppare sempre di più un rapporto con chi ci legge...
      Francesco

  • Di Malatempora (---.---.---.234) 2 marzo 2009 12:36

    La risposta datami elude il problema: qui non si tratta di avere idee o opinioni diverse ma si criticava la pochezza dell’articolo e il suo qualunquismo, Se voglio leggere certe cose vado sul il Giornale o Libero, so già cosa aspettarmi. Quello che da fastidio di questo pseudoarticolo è l’ignoranza, la mancanza di un minimo di approfondimento ma sopratutto la banalità non supportata da nessun dato se non quello dei si dice ecc...
    Per quanto riguarda poi il concetto di obiettività , da un po’ di anni in Italia è invalso l’uso (falsamente obiettivo) di dare voce sui giornali ad opposte opinioni come se ciò fosse sintomo di vera obiettività e informazione libera. L’obiettività è sempre stato un luogo comune ma qui entriamo in un terreno filosofico; in ogni caso si può essere schierati e passionali e rispettare la testa dei lettori.

    • Di Rocco Pellegrini (---.---.---.2) 2 marzo 2009 13:05

       che vuol dire che chi la pensa come Libero o il Giornale non può scrivere su Agoravox?
      Fortunatamente questo posto è libero e tutti, dico tutti, possono scrivere basta che evitino di insultre il prossimo ed argomentino quello che dicono. Altrimenti diventa un pezzo di un partito politico o di un raggruppamento e limita l’idea che sta dietro Agoravox, cioè il poter rimescolare òle carte coinvolgendo tutti.
       D’altra parte quel che sto dicendo è scritto nelle poche cose della politica editoriale di Agoravox.

    • Di Benni (---.---.---.200) 2 marzo 2009 14:18

      Condivido la scelta editoriale di lasciare libera espressione ai collaboratori, così come quella di poter commentare liberamente le notizie offrendo uno spunto di confronto (magari fosse lo stesso in tutti i giornali web, stranamente altri editori consentono di commentare soltanto gli articoli più insignificanti...).
      Questa pluralità editoriale dovrebbe però anche suggerire ai collaboratori maggior prudenza nel’esprimere posizioni personali, quali l’augurio che il Parlamento approvi celermente certi provvedimenti. Anche l’uso del plurale in tal caso appare fuorviante: "Ci auguriamo quindi che questi provvedimenti...".
      A che titolo parlare a nome di tutti i lettori o di tutti i redattori? Ritengo che una simile responsabilità possa essere lecita esclusivamente nell’editoriale del direttore della testata.
      Compito principale del giornalista è, a mio modesto avviso, quello di informare, meglio se riportando i commenti degli altri invece dei propri, potete ben immaginare che la stessa frase "Ci auguriamo quindi che questi provvedimenti, che rappresentano una svolta significativa nei rapporti sindacali, possano essere approvati quanto prima dal nostro Parlamento" assume un tono ben diverso per voce di un direttore dei servizi pubblici, di un dipendente dell’Alitalia, di un sindacalista o di un pendolare, a quale di queste o altre categorie appartiene l’autore dell’articolo? 

  • Di Malatempora (---.---.---.234) 2 marzo 2009 13:24

    Al solito c’è sempre qulcuno che equivoca o intende a modo suo travisando il significato. Una cosa è avere idee di destra e un’altra è la lettura di giornali come Libero e il Giornale dove le notizie spesso e volentieri sono manipolate e sono indice di cattiva informazione. Forse sarebbe meglio chiarire una cosa una volta per tutte. Se voglio un’informazione standard , tanto vale che mi legga i quotidiani attualmente in commercio(con qualche eccezione positiva)o guardi i tg; qui si chiede e si spera di trovare qualcosa di diverso che non l’informazione appiattita che si nasconde dietro il falso mito dell’obiettività ma che manipola le coscienze dei cittadini. Per quanto riguarda poi il sito in questione, apprezzo il lavoro e l’impegno di chi ha voluto dar vita a qualcosa di diverso, ripetendo l’esperienza già realizzata a suo tempo in Francia.

    • Di MJAC (---.---.---.72) 2 marzo 2009 14:36

       MI SPIACE CHE CI SIANO DELLE PERSONE COME MALATEMPORA, CHE PARTECIPANO AD UN SITO SERIO COME AGORAVOX. QUESTO SIGNORE, OLTRE CHE MANCARE DI BUON SENSO E DI OBIETTIVITA’, MANCA ANCHE DI UN MINIMO DI EDUCAZIONE, CHE DOVREBBE STARE ALLA BASE DI OGNI DIALOGO. RISPETTO OGNI OPINIONE, MA MI COSTRINGE, SCENDENDO AL SUO LIVELLO, A PENSARE CHE SIA LUI INDEGNO DI QUESTO SITO, ANCHE SE, COME HA SCRITTO CON INTELLIGENZA AV/FRANCESCO RAIOLA, CHE RINGRAZIO, ANCHE GLI INDEGNI POSSONO PARTECIPARE: PURCHE’, PERO’, ABBIANO QUALCHE IDEA!!
      MI FERMO QUI’ E MI SCUSO CON I LETTORI PER LO SFOGO.
      NELL’ARTICOLO HO VOLUTO SOLO ESPRIMERE UN’OPINIONE CHE RITENGO CONDIVISA DALLA STRAGRANDE MAGGIORANZA DEI CITTADINI ITALIANI, SIA DI DESTRA CHE DI SINISTRA; CITTADINI CHE , PUR NON LEGGENDO NE’ LIBERO NE’ IL GIORNALE, PONGONO IN PRIMO PIANO IL BUON SENSO, L’OBIETTIVITA’ E LA DIGNITA’ UMANA.

  • Di Kocis (---.---.---.94) 2 marzo 2009 15:34

    Considero questa di “Mjac” una dolce provocazione.
     
    Figlia legittima della pluralità democratica ancora in uso (….. almeno a parole, dato che i fatti concreti sono ben altro) in Italia, che riporta cosiddette opinioni di maggioranza degli italiani.
    Rilevati da chi, dove e come? Con quali domande ed argomentazioni?
     
    Nulla è da sapere!
    Il tutto viene trincerato dietro il “si dice”.
     
    Ma, dove, come, da parti di chi?
    Mistero!
     
    Come sono suddivisi i soggetti sociali sottoposti a queste fantomatiche domande?
    Mah! Chissà! “Si sente dire”.
     
    Viene ripresa l’antica tecnica del “lupo al lupo”.
     
    La questione, invece, è molto più lineare.
     
    Pongo alcune riflessioni di merito:
     
    • Gli scioperi, in tutti i settori lavorativi, costano parecchio ai lavoratori della loro magrissima paga in salario o stipendio. Non sono una “gita fuori porta” o un ballo in maschera carnevalesco in piazza, ove si accede senza pagare “dazio”.
    • Di conseguenza, il buon senso del lavoratore o di “capofamiglia” ha sempre imposto una giusta.d equa ed “autonoma” regolamentazione nell’uso dell’ “arrecarsi danno”.
    • Si SCIOPERA per: difendere il posto di lavoro, contro i licenziamenti; per i rinnovi contrattuali; per gli obiettivi che cercano di mantenere il reddito ( fortemente leso nel corso degli ultimi anni); per la dignità nei luoghi di lavoro; per la sicurezza atti a prevenire le offese mortali o di mutilazione nel diurno o notturno sito d’impegno; contro la malvagia precarietà; per i diritti sociali.
    • Nel settore dei Trasporti vige, da molti anni, una “ferrea” normativa di controllo e d autodisciplina. Prima di “sentenziare” basterebbe semplicemente documentarsi sul merito dell’oggetto sul quale si interviene.
    • Le regolamentazioni poste nella proposta di legge delegata del Governo nei fatti impediscono la Libertà di sciopero, diritto fondamentale della nostra Costituzione.
    • Nella regolamentazione proposta si parla in maniera “evanescente” di Trasporti ( questa dizione non è mai pronunziata), con l’obiettivo palese che….da cosa nasce cosa. Si interpreta così…………. ma non si dice il reale intendimento.
    • L’iscrizione al Sindacato ( qualunque esso sia) è libero. Si paga con una debita quota mensile. Nessuno regala bonus gratis.
    • In molti ambiti di lavoro in Italia la somma delle iscrizioni a tutte le OO.SS non raggiunge il 50%. C’è necessariamente da aggiungere che le iscrizioni ( con quota da pagare) ai Sindacati rappresentano nel nostro Paese la massima rappresentazione quantitativa rispetto a tutte le organizzazioni politiche e sociali di qualsiasi genere.
    Di conseguenza, Nessuno potrebbe proclamare scioperi!
    • Poi, c’è la questione del “settore”, considerata centrale e prioritaria nel testo di legge. Chi ci sbroglia i “numeri”?
    • Poi, c’è lo “sciopero virtuale”. Un puro gioco carnevalesco….che i lavoratori dovrebbero pagare.
     
    Mi fermo qui, per non allungare troppo. Rimangono però tante altre questioni sull’oggetto. Tutte di primaria rilevanza.
     
    Mi chiedo.
    Lo scrivente ha mai assaporato le “gioie” e le traversie del ricorso allo sciopero?
     
    E’ bello parlare e sparlare sulle “pancie” e sui destini altrui!
    • Di cincinnato (---.---.---.85) 2 marzo 2009 17:16

      Non sarà un de-cretino legge a incanalare uno sciopero spontaneo e motivato.
      La disperazione non si fermerà allo sciopero virtuale, ma più si cercherà di governarla e più sarà violenta.
      Lo sciopero deve coinvolgere e far assaporare il proprio disagio anche a chi fa finta di non vedere perchè gli va bene così!

    • Di MJAC (---.---.---.188) 2 marzo 2009 20:02

       Ringrazio KOCIS per la sua lucida e garbata argomentazione, i cui dettagli meritano seria ed approfondita considerazione. Penso abbia ragione quando parla di "dolce provocazione" e di mancanza di certezze sull’oscillante opinione pubblica. Ma chi le ha?
      Gli sono grato anche perchè le sue giuste osservazioni consentono ai lettori di AGORAVOX di intervenire con maggiore cognizione di causa su un argomento tanto scottante e delicato. Mi offre poi la possibilità di fare onestamente una semplice domanda, che sintetizza, nella risposta, il vero spirito con cui è stato posto il mio articolo (al di là dei dati statistici - e quì rispondo a CINCINNATO - che sono elaborati da diverse fonti e che possono essere più o meno giusti, ma che non sono il fulcro del problema).
      La domanda è questa:
      "Prescindendo dalle vere o false intenzioni della maggioranza che governa è necessaria una più giusta ed omogenea regolamentazione dello sciopero in Italia ?"

      Mi aspetto da KOCIS una risposta altretanto onesta e penso che non sia eresia augurarsi un’approfondita e democratica discussione tra le parti interessate (governo, opposizione, sindacati, datori di lavoro, ecc.) al fine di trovare, attraverso il Parlamento, un punto di convergenza. E’ questo, in fondo, ciò che nel mio articolo ho cercato di esporre.

      Non risponderò più alle osservazioni di quanti vorranno ancora interloquire perchè rischierei di ripetermi, ma desidero si sappia (e questo mi costa, data la mia innata riservatezza) che chi scrive, nè di destra nè di sinistra, ha pagato sulla propria pelle gli errori di una dissennata dirigenza proprio per la mancanza di giuste e chiare regole sullo sciopero. Non ho potuto scioperare, ma avrei voluto, eccome, per salvare il mio posto di lavoro ! Però...non avrei calpestato i diritti altrui.

    • Di Kocis (---.---.---.94) 2 marzo 2009 23:30
       Gentile “Mjac”,
       
      per rispetto della sua dichiarata riservatezza personale non entro nel merito della parte finale del suo ultimo scritto. Suppongo che sia una vicenda tribolata, esposta in maniera molto enigmatica.
      Farne luce” forse sarebbe utile”. Però…è una sua diretta storia. A lei il responso se sciogliere il “nodo”.
      Nel merito della questione da lei posta: “ la regolamentazione del diritto di sciopero”, pur constatata la “ricalibrazione” delle sue ulteriori valutazioni, aggiungo, però, in maniera netta, che non c’è proprio nulla da revisionare.
       
      Nel nostro Paese la partecipazione allo sciopero è un inviolabile diritto individuale. Diritto di Libertà, riconquistato duramente, con il sacrificio di tanti uomini e donne, dato che in un non lontano passato era stato violentemente eliminato dalla dittatura fascista.
       
      L’esercizio di questo elementare diritto civile ha permesso in tutti i paesi socialmente più “progressisti” l’acquisizione di importanti avanzamenti. Non faccio esempi. Sarebbe lungo l’elenco. Ogni persona avveduta, non in malafede o invischiata in nefandi pregiudizi ideologici, è perfettamente in grado di capire. Certo, in Italia, ormai da tempo hanno messo in moto la macchine del ritorno all’indietro, su molte cose.
       
      Questo diritto, proprio in virtù dei fondanti riferimenti posti dalla Costituzione nella realizzazione dell’Italia repubblicana, è già di fatto regolamentato: dalle normative vigenti e , in particolare, dal supremo sentimento di autosalvaguardia dei cittadini-lavoratori che per ovvie ed elementari ragioni non intendono sacrificare parti importanti del proprio reddito mensile per gioco o vanità.
       
      Chi pensa diversamente nella stragrande maggioranza dei casi vive di “rendita”.
       
      Dovrebbero, invece, essere garantiti i diritti di reale rappresentanza nei luoghi di lavoro. Per ponderare il reale peso, pur tenendo in conto la disgregazione contrattuale dei “mestieri” imposta dalle parti imprenditoriali.
       
      In troppi, oggi, in Italia, sul piano sindacalmente organizzato, millantano credito.
      E, poi, i nostri novelli governanti “ci bagnano il pane”, specializzandosi a cercare gli “amici” di turno..
       
      Gentile signore, un dato è certo. Le destre , oggi in auge In Italia nelle leve di comando, rispolverano, pur ammantato di una presunta modernità, il loro antico mestiere , sempre valido in tutti i contesti internazionali” finalizzato a contrastare, con tutti i mezzi, i diritti dei lavoratori, a partire dall’uso dell’unico strumento Loro disponibile: lo sciopero.
       
      Di fatti, le organizzazioni imprenditoriali italiane, appena fiutato il messaggio…..nominalmente detto sui trasporti,si ci lanciano a pesce. La vogliono tutti la limitazione del diritto di sciopero. Forse, in parecchi,vorrebbero tornare agli antichi Loro “anni belli”……….” Sapesse contessa, hanno fatto un sciopero nella fabbrica di A… quei quattro ignoranti”.
  • Di TenderBranson (---.---.---.26) 2 marzo 2009 17:47

    io ho una domanda per l’Autore del pezzo:
    il dato di 3,6 scioperi AL GIORNO a cosa si riferisce? quale settore dei trasporti? come è calcolato?

    non per altro, ma leggendo un articolo, per quanto amatoriale, vorrei poter capire.

    3,6 scioperi o 3,6 ore di sciopero al giorno? credo cambi tutto.
    e poi: se ad esempio scioperano in contemporanea trasporto aereo e ferroviario, non sarà che le ore di sciopero vengono calcolate 2 volte?

    a me per esperienza personale risulta che è tanto se il trasporto pubblico si blocca (nel vero senso della parola) 5 giornate in un anno.
    però sono pronto a ricredermi.

    trovo poco obiettivo pubblicare dei dati senza spiegarli.

    non per questo non continuerò a leggere AgoraVox, ottimo esperimento.
    saluti.

    • Di MJAC (---.---.---.188) 2 marzo 2009 20:23

       Chiedo scusa a TENDER BRANSON (a cui ho dato una breve e generica risposta nel mio precedente commento) per averlo confuso con CINCINNATO.

    • Di TenderBranson (---.---.---.26) 3 marzo 2009 15:45

      più che altro MJAC non mi hai proprio risposto.

      puoi chiamarmi come vuoi, figurati, è solo un errore di battitura.

      l’errore grave SECONDO ME è di pubblicare dati senza darne spiegazione. Quel 3,6 scioperi al giorno proprio non mi torna, vorrei capire. Anche perché come dici tu stesso, I NUMERI SONO IL FULCRO DELLA QUESTIONE.

      dopo le altre, una nuova emergenza inventata? quella di bloccare gli scioperi selvaggi?

      negli ultimi 6 mesi io ne ricordo solo uno di lavoratori ALITALIA, peraltro col senno del poi sacrosanto quanto inutile tentativo di alzare la testa. Ma a noi interessa la mobilità o salvare qualche posto di lavoro? pur di arrivare puntuali preferiamo vedere migliaia di persone a casa? guardate che poi ci si sveglia e si scopre che c’è un problema sociale...

  • Di Malatempora (---.---.---.132) 2 marzo 2009 21:24

    Una piccola riflessione dopo svariati interventi.Chissà perchè basti scrivere di non essere nè di sinistra o di destra per sentirsi assolti; mi ricorda molto gli anni della D.C. e di tutti quelli che a domanda su chi o cosa avessero votato davano sempre la medesima risposta: non sono schierato nè dall’una nè dall’altra parte, quasi che il loro voto fosse neutro come il sapone. Cosa c’entra tutto ciò con l’articolo in questione ? C’entra e pure molto.Questo lanciare il sasso e poi non motivare in nessun modo(da svariate fonti, quali? non è necessario che ci siano, l’importante è dare l’idea che sia cosi ) ciò che si è scritto o detto ma attaccarsi al solito slogan : nè di destra nè di sinistra oppure lamentarsi di essere stati offesi ribaltando le proprie colpe o sbagli sugli altri, chiamando in causa terze parti a difensori della propria cosidetta dignità offesa ma evitando in ogni modo di spiegare da quali fonti siano scaturite certe considerazioni.Ciliegina sulla torta:" non ho potuto scioperare,ma avrei voluto,eccome,per salvare il mio posto di lavoro! Però... non avrei calpestato i diritti altrui".Questa frase conclusiva si commenta da sola.

    • Di MJAC (---.---.---.188) 2 marzo 2009 23:13

       Caro Malatempora,

      avevo promesso a me stesso che non avrei risposto ad altre osservazioni sul mio articolo, ma, poichè questa volta si è dimostrato più educato, voglio fare un’eccezione.

      Se Lei fosse un medico e avesse un paziente in pericolo di vita, sciopererebbe ? Se Lei fosse un pilota di aereo e sapesse che scioperando potrebbe danneggiare un ferito grave destinato ad essere operato in altra città, la sua coscienza non si ribellerebbe? Il diritto alla vita è sacrosanto come il diritto allo sciopero. E allora ?
      Capisco di averle fatto, per semplicità, degli esempi estremi, che, grazie al cielo, sono già regolamentati, ma, ne converrà anche Lei, vi sono altri settori che hanno bisogno di una più giusta e urgente regolamentazione... proprio per salvaguardare i diritti altrui. Tutto qui.

      A proposito, infine, dell’essere "nè di destra nè di sinistra", Le assicuro di non avere bisogno di alcuna assoluzione. Lei non mi conosce, ma sono convinto che gli estremismi, sia di destra che di sinistra, portano sempre allo sfascio, e che solo l’equilibrio e il buon senso, alla fine, pagano.
      Non me ne voglia, ma dalle sue frasi ho avuto l’impressione che Lei è lungi dal pensarla in questo modo.
      Tutto qui.


    • Di Kocis (---.---.---.94) 2 marzo 2009 23:32
      Gentile “Mjac”,
       
      per rispetto della sua dichiarata riservatezza personale non entro nel merito della parte finale del suo ultimo scritto. Suppongo che sia una vicenda tribolata, esposta in maniera molto enigmatica.
      Farne luce” forse sarebbe utile”. Però…è una sua diretta storia. A lei il responso se sciogliere il “nodo”.
      Nel merito della questione da lei posta: “ la regolamentazione del diritto di sciopero”, pur constatata la “ricalibrazione” delle sue ulteriori valutazioni, aggiungo, però, in maniera netta, che non c’è proprio nulla da revisionare.
       
      Nel nostro Paese la partecipazione allo sciopero è un inviolabile diritto individuale. Diritto di Libertà, riconquistato duramente, con il sacrificio di tanti uomini e donne, dato che in un non lontano passato era stato violentemente eliminato dalla dittatura fascista.
       
      L’esercizio di questo elementare diritto civile ha permesso in tutti i paesi socialmente più “progressisti” l’acquisizione di importanti avanzamenti. Non faccio esempi. Sarebbe lungo l’elenco. Ogni persona avveduta, non in malafede o invischiata in nefandi pregiudizi ideologici, è perfettamente in grado di capire. Certo, in Italia, ormai da tempo hanno messo in moto la macchine del ritorno all’indietro, su molte cose.
       
      Questo diritto, proprio in virtù dei fondanti riferimenti posti dalla Costituzione nella realizzazione dell’Italia repubblicana, è già di fatto regolamentato: dalle normative vigenti e , in particolare, dal supremo sentimento di autosalvaguardia dei cittadini-lavoratori che per ovvie ed elementari ragioni non intendono sacrificare parti importanti del proprio reddito mensile per gioco o vanità.
       
      Chi pensa diversamente nella stragrande maggioranza dei casi vive di “rendita”.
       
      Dovrebbero, invece, essere garantiti i diritti di reale rappresentanza nei luoghi di lavoro. Per ponderare il reale peso, pur tenendo in conto la disgregazione contrattuale dei “mestieri” imposta dalle parti imprenditoriali.
       
      In troppi, oggi, in Italia, sul piano sindacalmente organizzato, millantano credito.
      E, poi, i nostri novelli governanti “ci bagnano il pane”, specializzandosi a cercare gli “amici” di turno..
       
      Gentile signore, un dato è certo. Le destre , oggi in auge In Italia nelle leve di comando, rispolverano, pur ammantato di una presunta modernità, il loro antico mestiere , sempre valido in tutti i contesti internazionali” finalizzato a contrastare, con tutti i mezzi, i diritti dei lavoratori, a partire dall’uso dell’unico strumento Loro disponibile: lo sciopero.
       
      Di fatti, le organizzazioni imprenditoriali italiane, appena fiutato il messaggio…..nominalmente detto sui trasporti,si ci lanciano a pesce. La vogliono tutti la limitazione del diritto di sciopero. Forse, in parecchi,vorrebbero tornare agli antichi Loro “anni belli”……….” Sapesse contessa, hanno fatto un sciopero nella fabbrica di A… quei quattro ignoranti”.
    • Di MJAC (---.---.---.188) 3 marzo 2009 12:25

       Gentile KOCIS

      rispondo anche a Lei per l’ultima volta, sperando di non ripetermi.
      Lei dice che la partecipazione allo sciopero è un INVIOLABILE DIRITTO INDIVIDUALE e siamo perfettamente d’accordo. Guai se non esistesse questo diritto, conquistato con tanti sacrifici.
      Lei dice che in merito alla REGOLAMENTAZIONE di tale diritto non c’è proprio nulla da revisionare e che le normative vigenti sono adeguate. Ma, mi scusi, anche Lei avrà assistito ai bivacchi negli aeroporti con persone arrabbiate, ma rassegnate, che hanno trascorso notti intere in attesa che terminassero gli scioperi dei piloti, o dei controllori di volo o del personale aeroportuale. Anche Lei avrà pensato che fra queste persone vi sono cittadini-lavoratori che si recano al lavoro e che vedono calpestato questo loro diritto. Anche Lei avrà pensato che tutto questo non è degno di un paese civile. QUINDI C’E’ QUALCOSA CHE NON VA’. Non Le sembra di chiudersi troppo in un’ermetica corazza per paura di un ritorno ai "vecchi tempi", rifiutando qualunque innovazione ? Per fortuna siamo in una DEMOCRAZIA fondata sul lavoro e i tempi dei soprusi sono finiti per sempre.

      Ecco perchè non posso credere che non vi sia il modo di aggiornare e migliorare le regole. Non per togliere, ma per dare ai lavoratori. Forse il mio è eccessivo ottimismo, ma sono dell’opinione che le parti interessate abbiano il DOVERE e possano, senza preconcetti di alcun genere, trovare un accordo. Naturalmente nell’interesse di tutti i cittadini, ma soprattutto dei lavoratori.

    • Di TenderBranson (---.---.---.26) 3 marzo 2009 15:52

      lo sciopero dei lavoratori alitalia di cui parli è oggetto di indagine della procura di Roma:

      http://city.corriere.it/2008/11/12/milano/i-fatti/alitalia-aperta-un-inchiesta-sciopero-fuori-legge-10254479544.shtml

      come vedi MJAC le leggi ci sono già.
      bisogna informarsi prima di scrivere.
      secondo me anche un sito di informazione come questo dovrebbe stare attento. Si perde credibilità, quando non si fa nessun filtro.

      aspetto il link al sito o le fonti da cui l’Autore ha preso le informazioni numeriche sugli scioperi in italia.

    • Di MJAC (---.---.---.188) 3 marzo 2009 22:11

       Rispondo a TenderBranson.
      Non ho mai parlato di scioperi FUORI LEGGE sotto inchiesta, ma solo di scioperi regolari.
      I dati statistici sugli scioperi, quelli ufficiali, si trovano nella RELAZIONE DELLA COMMISSIONE DI GARANZIA DELL’ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLO SCIOPERO, che conferma nella tabella QUADRO GENERALE SCIOPERI del 2008 un totale di 2195 scioperi proclamati e 856 revocati. Sono dati complessivi e non dei soli trasporti come da me erroneamente indicato. Altri dati elaborati, più o meno giusti, si trovano nelle pagine finanziarie di gennaio dei maggiori quotidiani.
      Ma, come ho già scritto, i dati statistici NON SONO IL FULCRO DEL PROBLEMA, che invece è, a mio modesto parere, l’aggiornamento ed il miglioramento della REGOLAMENTAZIONE, più adeguata ai tempi, soprattutto nell’INTERESSE DEI LAVORATORI.

    • Di MJAC (---.---.---.188) 3 marzo 2009 22:28

       ANCORA A TENDERBRANSON

      Ripeto nel caso non si leggesse bene nello scritto precedente:

      RELAZIONE DELLA COMMISSIONE DI GARANZIA
      PER L’ATTUAZIONE DELLA LEGGE SULLO SCIOPERO

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