La cosa più incomprensibile del TAV sono i MORTI. Sei morti durante i lavori del tratto Milano-Torino, altri sei morti nella tratta Bologna-Firenze. Uno ogni 10-15 chilometri, oltre alle diverse centinaia di infortuni più o meno gravi. E su questo non c’è stata nessuna seria inchiesta, nessuna condanna.
Com’è possibile che nella cantieristica civile più avanzata, quella che dovrebbe essere la più organizzata e attenta, ci siano tanti incidenti? Com’è possibile che la metà dei deceduti siano operai clandestini, non assunti e sottopagati in nero e che non hanno mai visto una carriola sino al giorno prima?
La risposta è che l’impresa appaltante non esegue gran parte dei lavori, si limita agli acquisti, alla gestione contabile, alla fatturazione, comprese la varianti in corso d’opera che fanno normalmente almeno triplicare i costi previsti in partenza. I lavori li fanno le imprese subappaltatrici che, a loro volta, subappaltano in parte i lavori a ditte terze, per quattro, cinque livelli. Chi lavora davvero lo fa per un tozzo di pane e in condizioni critiche, con personale ridotto e non preparato, costretto a lavorare di notte per recuperare i ritardi, facile agli incidenti e a lasciarci le penne.
Quello che non è possibile nel resto d’Europa, dove l’impresa maggiore è responsabile in toto dei lavori, è lecito in Italia. Basta essere nel giro giusto ed ecco che si guadagna facendo lavorare gli altri, senza alcuna responsabilità, che ricade tutta sui sub-appaltatori.
Ovviamente, per appartenere a questa casta e approdare alla mangiatoia, occorre essere riconoscenti. È un sistema sperimentato, alla base della maggiore impresa italiana nata in Sicilia, che inizia per ma e finisce per fia. Sono riconoscenti le grandi cooperative edilizie, le compagnie delle opere, le imprese dell’ex-ministro… E come si manifesta questa riconoscenza? Pensateci un po’.
I morti non parlano, però hanno la capacità di aprire gli occhi a chi vuol vedere.
Se in pianura, quella specialissima, unica al mondo, quella padana, che ha dato i natali a grandi rappresentanti del genio italico, quali borghezio, fassino, lunardi e il trota, ci sono stati tanti morti, chissà quanti potranno essere i morti nei cantieri oggettivamente pericolosi, nei viadotti in montagna e in galleria?