Punto primo: quando si pirata un film in rete NON si sta piratando l’idea MA il prodotto finale, costato lavoro, sacrificio, investimenti e quant’altro E non reso liberamente disponibile dagli autori e dai produttori (peraltro fra autori ed editori intercorrono appositi accordi economici volti al corretto utilizzo).
Se lei avesse scritto "il regista mi parla dell’idea che ha in testa, io la trovo interessante ed uso il MIO tempo ed i MIEI soldi per svilupparne un film" (che poi, dopo averci investito svariati milioni di euro, non lo metto in dubbio, lei di certo metterebbe gratuitamente a disposizione di tutti, in rete) sarei stato d’accordo con le sue parole, non fosse altro che, certamente, lei lo svilupperebbe in modo differente dal regista stesso: tante teste, tante idee.
E’, in fondo, il vecchio problema dei brevetti USA/UE: negli USA brevettano l’algoritmo (l’idea) in UE si brevetta il prodotto (l’oggetto che ha un valore di mercato, considerando però che anche l’algoritmo ne ha, ma è un discorso leggermente diverso).
Personalmente son contrario al brevetto delle idee ed ho "combattuto" per questo, firmando petizioni, inviando mail e parlando con la gente.
Non sono invece contrario al brevetto del prodotto, magari per un tempo non infinito, che risulta da una linea di produzione in cui si investe tempo, denaro, fatica, lavoro per molte persone ed ovviamente ci si aspetta che l’investimento (e quindi il rischio) rendano qualcosa.
Azzerando di fatto (almeno parte dei) proventi, non si fa altro che generare crisi: il regista arriverà a pensare "ma chi me lo fa fare?" ed il film, caro signore, se lo dovrà davvero produrre da solo.
Diverso, infine, il discorso del "non a fine di lucro". La inviterei però a considerare il discorso della "libertà": lei pensa davvero di aver la libertà di disporre a suo piacimento del mio tempo? Tempo che, decisione mia, ho impiegato nello studio dell’idea (e, per cortesia, evitiamo le romantiche immagini a la Newton: mi cade in testa la mela = mi viene una luminosa idea: oggi le scoperte si fanno impiegando tempo, fatica, dedizione e, spesso, anche soldi).
Io ho l’idea e, per stupida che possa essere, decido in totale e libera autonomia se metterne altri a parte, se proteggerla con un copyright, se usare le Creative Commons (cosa che, peraltro, faccio spesso) o altro. Non ritengo però altri titolati ad esercitare un abuso su di me, tutto qui. Se la mia idea può salvar vite sarà poi un problema mio con la mia etica, ma liberamente, senza forzature.
Ricordo che nel momento in cui ci si arroga il diritto di decidere per altri si imbocca una brutta strada.
Infine, nel momento in cui si usano "le idee di tutti" (ovviamente se tutti ne sono partecipi, perchè altrimenti stiamo parlando dell’aria), allora tutti hanno il diritto di utilizzare le IDEE di tutti, comprese le mie ovviamente, non i prodotti che sviluppo io.
Sky