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Commento di Gordiano Lupi

su Nuova vittima del regime cubano


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Gordiano Lupi Gordiano Lupi 22 gennaio 2012 18:38

Vedo che la macchina del governo cubano si è già messa in moto. Non c’è meglio risposta che postare il commento di Yoani Sanchez.

Delinquenti comuni

 

In memoria di Wilman Villar Mendoza

 

Un paio d’anni fa, il mio amico Eugenio Leal (http://vocescubanas.com/veritas/) decise di richiedere un estratto dei suoi precedenti penali, documento indispensabile per ottenere qualsiasi impiego. Credeva di ritirare un certificato dove c’era scritto che non era mai stato condannato per alcun delitto, ma ebbe una spiacevole sorpresa: risultava autore di una “rapina” commessa nel paese natale, sebbene non avesse mai violato neppure un semaforo rosso. Eugenio protestò, perché sapeva che non era un caso né un errore burocratico. La sua attività come dissidente lo aveva già reso vittima di meeting di ripudio, arresti e minacce, ma adesso gli procurava persino una macchia sulla fedina penale. Era diventato un oppositore con un passato da “delinquente comune”, definizione utile alla polizia per gettare discredito su un cittadino. 

Se diamo credito alla propaganda governativa, a Cuba, tra chi si preoccupa per il futuro della nazione non c’è una sola persona onesta, così come tra gli oppositori al sistema nessuno ha la fedina penale pulita. Chi si lascia andare a una semplice critica viene subito definito terrorista, nemico della patria, delinquente, persona priva di morale. Accuse difficili da “smentire” in un paese dove ogni giorno la maggior parte dei cittadini deve compiere diverse illegalità per sopravvivere. Siamo 11 milioni di delinquenti comuni, ma alcuni dei nostri reati sono comprare latte al mercato nero e possedere un’antenna parabolica. Siamo profughi da un codice penale che ci asfissia, fuggiamo dal “tutto è proibito”, evadiamo da una prigione che fonda le sue basi nella stessa Costituzione della Repubblica. Siamo una popolazione semicarcerata in attesa che la lente del potere si posi su di noi, indaghi nelle nostre esistenze e scopra l’ultima infrazione commessa.

Adesso, con la morte di Wilman Villar Mendoza torna a ripetersi il vecchio schema dell’insulto statale. Un articolo sul quotidiano Granma ha descritto Wilmar come un volgare delinquente e forse presto un programma televisivo - di tipo stalinista - presenterà le presunte vittime dei suoi reati. L’obiettivo è quello di sminuire l’importanza politica della morte di un cittadino di 31 anni condannato a novembre per oltraggio, attentato e resistenza alla forza pubblica. La propaganda ufficiale tenterà di ridurre l’importanza di uno sciopero della fame e infangherà il suo nome con ogni possibile aggettivo dispregiativo. Vedremo le testimonianze dei medici che si sono presi cura di lui - non importa se violeranno il giuramento d’Ippocrate - e probabilmente anche la madre farà dichiarazioni contro il figlio defunto. Tutto questo perché il governo cubano non può permettersi di lasciare il minimo dubbio nella mente dei telespettatori. Sarebbe molto pericoloso che la gente cominciasse a credere che un oppositore possa sacrificare la sua vita per una causa, essere un buon patriota e persino un uomo onesto.

 

Gordiano Lupi

www.infol.it/lupi

 

Nota del traduttore: I sospetti di Yoani si stanno già avverando, perché l’ambasciata cubana in Italia ha già diramato una nota nella quale afferma che “Wilman Villar Mendoza non era un prigioniero politico, ma un delinquente comune” e che “non è morto come conseguenza di un prolungato sciopero della fame ma “per l’aggravarsi di una malattia polmonare”. 

 

 

 

 

 


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