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Commento di

su Krugman: "Nessuno capisce il debito", i Nobel per l'economia scelgono la sovranità monetaria


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18 gennaio 2012 19:57

La (voluta) mancanza di una visione sistemica fa sì che ognuno dei Paesi dell’Euro ritiene di poter risolvere la crisi con il pareggio di bilancio o comunque con politiche di “rigore”. I bond greci a un anno erano comprati e venduti alla fine di luglio 2011 al tasso d’interesse del 40% ed adesso gli stessi richiedono il pagamento di un interesse del 396%! I possessori dei titoli del debito greco, nel frattempo, alla chetichella, li hanno venduti quasi tutti agli “hedge funds” (fondi speculativi), i cui proprietari sono iene irrintracciabili, con sedi nei paradisi fiscali protetti da Londra. Nel frattempo il Governo Federale degli Stati Uniti deve chiedere un nuovo prestito di 6,2 trilioni di dollari prima della fine del mandato di Barack Obama. Il debito americano è aumentato di 15 volte negli ultimi trent’anni, pur se Washington si stampa i dollari che vuole (avendo moneta sovrana), ma che poi vengono bruciati dalla speculazione finanziaria e dagli interventi di salvataggio nei confronti delle banche (e poco utilizzati per politiche a favore dei cittadini)! Ma questo debito aumenta ogni anno di un trilione di dollari. Cioè mille miliardi. Sono gli Usa l’epicentro dello sconquasso finanziario mondiale e -se si fa la somma di tutti i debiti, pubblici, privati, delle imprese- ogni famiglia americana dovrebbe pagare un debito medio di 683.000 dollari. I possessori di certificati di credito del tesoro americano stanno cominciando a vendere il debito americano su tutte le piazze. Poco per volta, però quel poco comincia a vedersi. Infatti nelle ultime sei settimane sono stati venduti ben 85 miliardi di dollari di quel debito. Non si era mai verificato un evento del genere nell’era della globalizzazione. Ed i Paesi dell’Euro ancora gigioneggiano su politiche recessive neoliberiste e monetaristiche, alle prese con una moneta -l’euro- orfana di Stato alle spalle, che le dia stabilità e consistenza, alla mercé di speculazioni finanziarie che servono a proteggere le disastrate condizioni degli USA. Gli USA battono i “non” Stati Uniti d’Europa e scaricano i loro disastri finanziari sugli europei, che esprimono la loro unità unicamente nel loro soggiacere agli USA e nella loro incapacità di costruire un’Europa politica. Con buona pace di coloro (politici ed analisti) che, pur di non ammettere le proprie cantonate di analisi della realtà, rilanciano un’Europa “politica”, mentre non riescono a fronteggiare con un minimo di coesione e congruità la crisi finanziaria. Figuriamoci se vengono scalfiti dalle analisi di premi Nobel per l’economia!
Claudia Del Vento


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