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Commento di Federico Pignalberi

su Monti, il governo dei conflitti d'interesse / Inchiesta


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Federico Pignalberi 23 novembre 2011 21:10

Mi permetto di difendere l’onestà intellettuale del nostro lavoro: non abbiamo voluto delegittimare nessuno. Tutto quello che abbiamo scritto, l’abbiamo scritto perché è una notizia: elementi della storia dei membri del nuovo esecutivo che meritano di essere conosciuti. Sta a chi legge valutarli, nella misura e nel modo che ritiene. Quanto al complottismo che ha pervaso la rete nell’ultima settimana, lo trovo non solo poco serio (come ha scritto Michele Serra su Repubblica «la congiura pluto-massonica c’è già stata, e per giunta non è riuscita a combinare un tubo»), ma anche pericoloso. Il fatalismo di chi denuncia il complotto di una fantomatica potentissima élite sovranazionale a cui tutti i governi sarebbero assoggettai è l’antitesi dell’informazione. È suggestione, serve a confondere e a non attribuire responsabilità. Centri d’interessi potenzialmente capaci di influenzare l’operato del Governo esistono, sono più d’uno, e hanno nomi, cognomi e soprattutto codici fiscali a undici cifre. Premessa l’integrità che nessuno vuole negare ai ministri del nuovo esecutivo, è bene stare con gli occhi vigili e sapere da subito verso chi e dove bisognerà guardare più con attenzione. A chi possa fare comodo la nostra inchiesta non è questione che ci riguarda.


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