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Commento di Fabio Della Pergola

su Moschea di Firenze, un discutibile progetto del luogo di culto islamico


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Fabio Della Pergola Fabio Della Pergola 11 novembre 2011 23:51

Ottima osservazione, naturalmente.

Ma mi permetto di obiettare che "l’assimilazione" non è, storicamente, un’idea imposta alla comunità minoritaria da parte di quella maggioritaria. In questo caso sarebbe più corretto parlare di annichilimento o annientamento culturale o integrazione forzata, eccetera. Assimilazione è invece una tendenza propria della cultura minoritaria che tende a farsi simile, per motivi intuibili, a quella maggioritaria, dietro sollecitazioni di questa se si vuole, ma non dietro imposizione. Quindi mi sento di contestare l’affermazione che il progetto dell’architetto Napolitano sarebbe stato segno di "assimilazione" solo nel caso che fosse stato imposto dall’esterno della cultura islamica.

Inoltre non credo di aver imposto l’etichetta di "diverso" al cittadino musulmano, ma di aver semplicemente ritenuto che la cultura (ripeto, la cultura, non il cittadino) islamica sia diversa, credo indiscutibilmente, da quella dell’occidente cristianizzato.
Quell’occidente che ha partorito, nel corso della sua storia, l’umanesimo ed il rinascimento fiorentino che invece non esiste nella storia dell’islam (dove esiste altro, come sappiamo).

Che una persona di fede islamica (che sia o non sia di etnia italiana) apprezzi la cultura e l’architettura rinascimentale non è in discussione, così come un occidentale, senza ombra di dubbio, apprezza l’arte islamica. Questo però non significa che quella particolare espressione della cultura, legittimamente apprezzata, entri a far parte automaticamente della propria storia (islamica o cristiana). E’ - e resta a parer mio - "altro" rispetto alla specifica storia dell’islam (o della cristianità).

Mi sembra - è solo il mio parere naturalmente - che confondere i due piani (apprezzamento-appropriazione, nel senso di "fare proprio") non parli di interazione fra due culture diverse, ma di qualcos’altro. Che ho ritenuto - e continuo a ritenere - prossimo ad un’idea di assimilazione culturale.

So che l’imam di Firenze ha parlato di questo progetto nei termini che il commentatore ha ben descritto, ma questo non mi basta perché anche io, come fruitore dell’architettura di una città, sono parte in causa; non lo sono solo gli islamici. Non è che, siccome va bene a loro, deve per forza andare bene anche a me, mi spiego ?

Al contrario io mi sento privato, da questo progetto, di un’ipotetica immagine nuova derivante dall’incontro delle due culture diverse; frutto dell’incontro. Un’immagine nuova che, nella mia aspettativa, avrebbe potuto dare il suo contributo al futuro di questa città. Un’immagine nuova che non c’è, a mio parere, e la cui assenza mi provoca un disagio, una delusione. Come un’occasione mancata, per intendersi.


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