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Enfatizzare il “rigore” di Tremonti può servire solo a smorzare gli “appetiti” della speculazione internazionale.
Tremonti è Ministro di Economia e Finanze.
Scoppiata la crisi la sua “creatività” ha partorito prima lo “scudo” fiscale, poi il condono delle case “fantasma” e quindi le “ganasce” di Equitalia.
Sue sono le sentenze del tipo “sono i numeri a dettare la politica” oppure “tenere i conti in ordine non è ragioneria”.
Sua è stata la politica dei tagli “lineari”.
Dal 2008 il Debito pubblico è aumentato di quasi 290 miliardi mentre il tasso di crescita della nostra economia non arriva a metà della media europea.
Ancora nel 2010 l’evasione fiscale è salita dell’11%.
A luglio vedremo una manovra di “aggiustamento” da 3-5 miliardi e la Bce insiste per una ulteriore “cura” da 40 miliardi.
Tremonti ci chiede di “trovargli 80 miliardi” per fare una “vera” riforma fiscale.
In gioco non c’è solo il riequilibrio del bilancio.
Dove e come trovare le risorse è fare “equità sociale”.
Dove e come tagliare è “dare il passo” all’economia.
Non è più tempo per le performances da teatrino di Pantomima e Rimpiattino …