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Commento di Renzo Riva

su Quando il lavoro uccide: 1080 lapidi nel 2010


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Renzo Riva Renzo Riva 13 gennaio 2011 01:37

Cosa dirti Marco Nurra studia ancora e informati.
Vuoi sapere perché sono morti alla Thyssen-Krupp?
Per ora quanto scritto tempo fa poi il resto.

Scritto e pubblicato come articolo su Agoravox il 27 Novembre 2009

Pubblicato come lettera su: "Il Gazzettino", giovedì 03.01.2008, nel fascicolo del Friuli a pagina XIII a mia firma. 

Ed anche le più alte cariche dello Stato
continuano a ciurlare per il manico
facendo tanta "ammuina".
 
Consentitemi una considerazione sulle morti per infortunio sul lavoro, incidenti domestici, incidenti stradali e sulle prese di posizione di esponenti sindacali successive ai gravi fatti riportati dalla cronaca. L’incipit potrebbe essere: piangere il morto per imbrodare il vivo!
 
Più banalmente, anche in casa ne succedono di tutti i colori. E non mi riferisco solo alle donne ammazzate dagli uomini (l’inverso succede, ma più raramente), ma proprio agli incidenti domestici. Secondo l’Istat ne muoiono di più cadendo dalla scala per pulire i vetri che nei cantieri. In base agli ultimi dati disponibili dell’Istituto nazionale di statistica, pubblicati nel 2001, in Italia avvengono ogni anno 3 milioni 672mila infortuni in ambito domestico, di cui mediamente si registrano 8mila mortali. Sono circa 7mila le morti sulla strada e circa 1.300 le morti sul lavoro.
 
Conclusione? Potenza dei numeri. Nell’anno 2005 i 6 milioni di lavoratori esposti a rischio (ovviamente non gli impiegati, a cui al massimo può cadere un faldone sul piede) hanno generato all’incirca gli stessi morti. I morti sui luoghi di lavoro, al netto dei 638 riconducibili a incidenti stradali in itinere, sono 642. Il numero di decessi sulle strade è dunque molto più alto di quello all’interno dei luoghi di lavoro. Si può dunque concludere che la probabilità media di morte per ogni ora dedicata agli spostamenti su strada è fra 20 e 30 volte superiore alla probabilità di morte che si registra mediamente in un’ora trascorsa sul posto di lavoro.
 
I 35 milioni di utenti della strada hanno generato una cifra superiore ai 7.000 morti; i milioni (dato non disponibile) di lavoratori domestici, casalinghi/e e altri, hanno generato oltre 8.000 morti.
 
Secondo voi chi è sottoposto al maggior rischio? I morti sui luoghi di lavoro, sono 642 e non 1.280 perché 638 sono riconducibili a incidenti stradali in itinere al luogo di lavoro. Comunque troppi. Ma di chi è la responsabilità?
 
Una considerazione finale sul fatto accaduto alla Thyssen Krupp, le acciaierie di corso Regina Margherita a Torino. Ma i sindacalisti delle Rsu cosa facevano? E gli altri "distaccati", piuttosto che sindacalisti, sembrerebbero quasi un esercito di 44.000 travet piuttosto che persone "distaccate" appunto per tutelare il mondo del lavoro.

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