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Commento di paolo

su Diffamazione e libertà di stampa: legge uguale ma contraria


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paolo 7 novembre 2010 02:28

In una citazione per danni conseguenti a diffamazione ( a mezzo stampa od altro) se l’attore (colui che la promuove) risulta soccombente intanto viene condannato a rifondere le spese legali ed eventuale danno morale alla parte convenuta (querelato) . 
Purtroppo , nella stragrande maggioranza dei casi , i giudici quantificano il danno in maniera irrisoria e le spese legali ,quasi sempre , vengono definite in sede di sentenza senza avere alcun riferimento alle spese "reali" effettivamente sostenute .
Nel caso della Gabbanelli pero’ il giudice potrebbe anche liquidare ,oltre al danno morale, anche quello professionale (danno di immagine , stop della trasmissione ecc.. )

Nel caso di Silvio B. la anomalia(tralasciando tutti gli altri aspetti ) sta proprio nel fatto che sia negato l’istituto di querela da parte della Gabbanelli .
Che il potere usi la querela per intimidire e’ chiaro come la luce del sole , tuttavia la liberta’ di stampa non significa liberta’ di sputtanare a piacimento perche’ diventerebbe esso stesso strumento di intimidazione .
Nel caso fosse accertato lo sputtanamento ,il giornalista freelance , piuttosto che il direttore di un piccolo organo di stampa , se quererelati da un un potente sarebbero praticamente spacciati . E non sto’ a dire il perche’ .Se invece lo sputtanamento lo promuove chi alle spalle ha un potentato economico ( vedi Giornale , Libero soprattutto ma non solo) il danno di immagine prodotto puo’ essere piu’ vantaggioso delle spese chiamate a rifondere .
E’ come avere una pistola in mano e la liberta’ di fare fuoco a piacimento . Tanto conviene.
I casi di questi ultimi tempi sono piuttosto emblematici .

paolo


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