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Commento di alride

su Alcool e guida


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alride 22 dicembre 2008 13:23

non sono particolarmente attratto dal modo di legiferare adottato, come per il passato, dal governo attuale.
già le tabelle alcolemiche, che devono essere affisse nei locali pubblici a carico del gestore, sono un flop.
infatti sono di difficile comprensione e, sopratutto, non contengono un dato essenziale: qual’è il tempo di smaltimento della dose alcolica ingerita.
è stato un tentativo goffo di intervenire su un problema estremamente serio.
non vi è dubbio alcuno che la battaglia contro la guida in stato d’ebbrezza si può vincere soltanto impiegando la leva della prevenzione.
in questa direzione, oltre alla dovuta educazione nelle scuole, andrebbe previsto il divieto della pubblicità degli alcolici; come qualunque osservatore può registrare, il target di questo tipo di pubblicità è in prevalenza quello dei giovani.
non mi voglio dilungare su questo aspetto, basti pensare agli spot sulla birra (l’alcolico più bevuto dai giovani).
 anche il campione valentino rossi è stato testimonial del "bere italiano è meglio" (più o meno questa era la magica frase).
ho osservato con attenzione che che la birra, bevanda gustosissima della quale mi piace fare uso talvolta) è particolarmente attraente per i ragazzi italiani e, bisogna dirlo, per i cittadini di paesi neo comunitari all’interno dei quali questo tipo di alcolico è molto diffuso da prima che in italia.
ormai la birra è entrata nel costume e va bevuta, rigorosamente, "attaccati" alla bottiglia, meglio se in piedi, da adolescenti e non, maschi e femmine, nelle grandi città e nelle piccole cittadine di provincia.
del resto, perchè no?
ma neanche gli adulti sono al riparo dalle suggestioni mediatiche.
saltiamo a piè pari il mitico "michele" del glenn grant - vedasi il consueto spot quest’anno interpretato da alessandro gassman - come anche il celebre "no martini, no party" di george clooney, gli amari per chi ha dovuto "recuperare quell’antica anfora", la vecchia romagna e così via.
non vorrei inoltrarmi nella pubblicità dei vini, indirizzate anche alle famiglie (il tavernello venduto in tetrapak).
se siamo d’accordo sul fatto che il consumo di alcolici ci viene proposto quotidianamente, e se riconosciamo il potere di penetrazione del messaggio pubblicitario (associato a momenti lieti, belle donne, ecc.) chiediamoci perchè la spesa pubblicitaria su questi prodotti è alta nel nostro paese ( purtroppo in questo momento non dispongo dei dati). 
la risposta al quesito è semplice: la pubblicità funziona perchè induce il consumatore ad acquistare un prodotto e, in questo caso, influenza il costume.
sia chiaro, non sono affatto contrario al consumo di vino, liquori e birra, anche perchè ciascuno deve poter fare quello che vuole.
il problema si pone in merito ai danni che si possono arrecare agli altri, oltre che a se stessi nel caso dei più giovani.
tornando alle tabelle alcolemiche, ho sempre pensato che quando ceno con gli amici, se bevo due bicchieri di vino e una grappa, e forse mangio un po più del solito, quando torno a casa la mia lucidità durante la guida non è perfetta. ripeto non è perfetta.
è vero che la tolleranza all’alcol dipendende da vari fattori, anche occasionali, (quanto siamo stanchi, se abbiamo assunto un farmaco, cosa abbiamo mangiato e, aggiungo, la qualità di quello che abbiamo bevuto), ma la risultante rimane quella di una ridotta disponibilità dell’attenzione e della reattività.
purtroppo sarà dura non bere alcolici durante i pasti fuori casa, anche perchè già mi devo privare di un buon sigaro toscano.
tuttavia credo che, al momento, non esista alternativa alle misure che il governo si appresta ad adottare, come in altri paesi europei è già avvenuto.
si dovrà creare un processo di consapevolezza sull’uso degli alcolici, ma il tempo necessario è lungo.
nel mentre mi sembra opportuno tentare di porre fine alle stragi sulle strade a causa dell’assunzione di alcol e droghe.
facciamo tutti un sacrificio, magari modificando le nostre abitudini, non domenticando che tutti, purtroppo, possiamo diventare vittime della strada.
forse trilussa potrà essere d’accordo, chissà! 
e il governo si dia una mossa con una politica seria sull’argomento.



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