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Commento di

su Censure e diffamazioni in tv: le lettere di Travaglio e Santoro. Luttazzi e Guzzanti ancora epurati


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24 febbraio 2010 10:37

Cara Gloria
hai fatto un’ottima sintesi dei fatti ( e mi hai preceduto). Come da copione, il significato della discussione, estremamente civile e profonda, è stato manipolato dai soliti noti.
Vale la pena sottolineare l’importanza della questione e le ragioni di entrambi perchè, come tu hai scritto, è l’indice di un paese che ha perso la misura delle cose e della realtà. La verità non sarà raggiungibile in termini assoluti, ma la chiarezza dei fatti ha una sua validità in un determinato momento storico e la visione dei punti di vista soggettivi non può essere sempre usata come scusante per stravolgere i dati di fatto.
La vicenda mi ricorda un saggio di Barbato sul metodo maccartista americano: stravolgere i fatti, accusare senza logica e criterio; l’importante è gettare fango sull’avversario -nemico- affinchè rimangano comunque tracce tali da insinuare il dubbio sulla sua credibilità.
Ha ragione Santoro per ciò che riguarda i tempi ed i modi di una trasmissione, ha ragione Travaglio nel pretendere che, in un dibattito televisivo, non in una piola di quartiere, si rispetti il pubblico. Il nodo è proprio questo, non esiste il rispetto del pubblico in quanto comunità di cittadini. Essi sono consumatori/elettori da bombardare con spot pubblicitari/elettorali.
Chi conosceTravaglio non si fa certo impressionare da questi mezzi, è comprensibile però che una persona, mediamente onesta, si trovi a disagio. Travaglio deve capire che contro costoro non esiste regola di buoncostume e quindi deve rispondere di conseguenza, con toni ed argomenti adeguati. Deve usare la tecnica del Samurai che, quando è costretto ad estrarre la spada, lo fa per uccidere. Metaforicamente, se questi signori deviano il discorso in altri ambiti, non bisogna più avere remore nel dire ciò che essi fanno di sporco nei loro ambiti, senza pietà. Non c’è altro modo. Un caro saluto


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