Mi dispiace aggiornare con certe notizie...questo è quanto appena scritto stamattina...
"Cinquantacinque feriti. Questo il bilancio degli scontri scoppiati in
Egitto, nel porto di Al Arish. Le forze di sicurezza hanno caricato i
militanti di un convoglio umanitario destinato ai palestinesi".
La
news della notte della Befana è arrivata anche sui Media italiani, come
si confà alla vecchina con il suo carico, caricata:”Cinquantacinque
feriti. Questo il bilancio degli scontri scoppiati in Egitto, nel porto
di Al Arish. Le forze di sicurezza hanno caricato i militanti di un
convoglio umanitario destinato ai palestinesi. La protesta è esplosa
quando le autorità egiziane ed israeliane hanno negato ad oltre
sessanta mezzi della carovana l’autorizzazione ad entrare nella
Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah. A bordo medicinali e
strumenti medici avanzati donati da Paesi europei ed arabi”.
racconto
allora lo sviluppo in queste ore. Mando l’unica che stanotte avevo tra
le mani, in italiano, del Corriere della Sera:”Attivisti filo
palestinesi, guidati dal deputato britannico George Galloway, stanno
manifestando questa sera la porto di al Arish contro la decisione
dell’Egitto di fare transitare una parte del loro convoglio da Israele
prima di entrare a Gaza. Si tratta di quasi 500 persone che hanno
bloccato le due entrate del porto con alcuni veicoli, impedendo
l’accesso a centinaia di poliziotti”.
Comunica Filippo
Bianchetti: “Mi ha appena telefonato Alfredo Tradardi, di ISM-Italia,
che con Diana Carminati forma l’ unica coppia di italiani presenti nel
convoglio VivaPalestina, diretto dall’ Inghilterra alla striscia di
Gaza per partecipare alla Gaza Freedom March e per portare 200 e più
automezzi carichi di aiuti.L’ intero convoglio è finalmente giunto al
porto di El Arish, cittadina posta a circa 30 km dal valico di Rafah,
unico passaggio dal territorio egiziano verso la striscia. Tutti i
mezzi e le persone sono raccolti nell’ area del porto.Alfredo e Diana
hanno chiesto questo pomeriggio di recarsi dal porto alla cittadina di
El Arish, per cenare in un ristorante; avvertiti per telefono da amici,
sono ritornati subito al porto, dove hanno visto un grande spiegamento
di polizia (in aumento ulteriore) ed ambulanze in entrata ed uscita…”
E
arriva la risposta: “incredibile è questa notizia che trasforma gli
aggrediti addirittura in aggressori della “pacifica” polizia egiziana !
Non c’è limite alle falsificazioni. Vincenzo Tradardi , in contato
diretto con mio fratello presente con la carovana ad Al Arish.”
Nella
notte, ma leggo solo ora in questa mattina dell’Epifania: “purtroppo al
Jazeera alle 1.15 ha detto che ci sono stati scontri e feriti”.
L’infaticabile
Carmela Ieroianni invia il link del sito VivaPalestina che in varie
lingue, conferma l’episodio accaduto e invita a scrivere immediatamente
alle ambasciate in Egitto del proprio Paese, non ho trovato quello
italiano, se mi sforzo qualcosa potrei farlo ma non vorrei disturbare
il dibattito in corso sulla via a Craxi, i Convogli Esteri della
Farnesina in dirittura d’arrivo ad Hammamet, la difesa dello statista e
del socialismo illuminato che lui incrementò in Italia: turberei le
paure e i timori che riempiono la stampa, di Noemi per sè e il suo
Papi, del principe Filiberto che deve affrontare Sanremo.
E
allora desisto ma tento di informarvi e spero che diffondiate. V mando
un video che descrive la vita e l’infanzia negata a Gaza dal 2001 in
poi, raccontato da giovanissimi palestinesi, per la strada, diviso in 4
parti prima e seconda e terza , l’ultima è inaccessibile. In una, i
bambini vendono i giornali commentano le notizie, sembra senza alcuna
paura, vanno a scuola sotto i bombardamenti, la vita continua…
Diceva
Fabrizio De André in un’ intervista alla trasmissione “Mixer” del 1984:
“«Certo, navigando non è che si incontrino soltanto Jamine o tavole
imbandite con gatti in salmì spacciati per conigli selvatici, come si
dice nella canzone Creuza de mä. Ci si può trovare anche di fronte alla
tragedia, magari alla tragedia altrui, anche se condivisa, in quanto
fratelli o figli della stessa cultura. È il caso di Sidone, Sidùn in
genovese. Sidone è la città libanese che ci ha regalato oltre all’uso
delle lettere dell’alfabeto anche l’invenzione del vetro. Me la sono
immaginata…”.
Siccome sono stonata e l’Opa è cupa,come quella
cantata dalla Brigada Internazionale con Daniele Sepe, scrivo che la
vita a Gaza, quella attuale, immaginatela voi, a cavallo di una scopa
il 6 gennaio del 2010.
Doriana Goracci