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Commento di illupodeicieli.leonardo.it

su Sulla censura: lettera aperta ad AV


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illupodeicieli.leonardo.it 6 ottobre 2009 23:41

Ognuno si esprime come meglio crede, come "gli viene meglio". Per ragioni mie e avendo già i miei guai con la giustizia per via del fallimento, ho evitato nel mio blog, di definire il curatore e il giudice come a mio parere avrebbero meritato. Ricordo proprio la barzelletta, e che ogni tanto ricordo volentieri e che ti ripropongo, per via della stima che ho per te e per chi scrive su AV e che voglio dedicare a tutti,anche a me stesso. L’imputato si rivolge al giudice che lo ha appena condannato a sei mesi di reclusione e gli dice : "Se io adesso le dicessi che lei è un figlio di puttana, lei che cosa farebbe?" E il giudice,senza scomporsi troppo, gli risponde: "La condannerei ad altri sei mesi di reclusione". Sentendo queste parole, l’imputato gli risponde:"Allora io penso che lei sia un figlio di puttana". Lo so bisogna saper raccontare le barzellette e gli aneddoti, magari anche modificarli e adattarli ai tempi e alle situazioni. Tuttavia se si riesce ad argomentare senza cadere in alcuni eccessi (secondo me,è chiaro) di Grillo o Travaglio, dico che a me piacerebbero di più (pur non condivdendo in toto le loro battaglie): intendo dire che ai vaffanculo o a psiconano o morfeo, preferirei sentire argomenti,dati precisi e concreti e verificabili, che abbiamo un riscontro maggiore da parte di tutti, anche di chi è digiuno di web. Quanto al discorso specifico sulla censura vera e propria debbo dire che per me la applico e siccome sono pauroso ,per via sopratutto della questione che mi riconduce al fallimento e alle situazioni altrui e anche mie che ho riportato nel blog, talvolta alcune cose le ho postate e poi le ho cancellate: in verità è successo quando sono stato frainteso, non capito. Con rabbia prima ho cercato di rispondere e poi ho cancellato due post ma ho lasciato il mio che spiegava perchè avessi cancellato gli altri due. Ecco il pericolo,secondo me, ma che vale la pena correre (se lo puoi fare e sei scafato) è proprio quello di non essere capiti e che non vuol dire essere accettati:anzi il tono discorsivo e confindenziale che talvolta leggo anche nei tuoi articoli, è piacevole, ti fai capire, il che è già tanto oggi dove ci sono articoli o commenti (come questo mio ad esempio) che risultano illeggibili. Ciò non vuol dire che chi legge un tuo articolo debba per forza essere d’accordo o ,al contrario, assalirti e cercare la rissa: tuttavia ritengo che c’è chi per sollecitare un briciolo di discussione, accendere un po’ di interesse, a volte deve per forza uscire dal politicamente corretto e chiamare le cose per nome. Ancora io non ho fatto questo passo o meglio non l’ho mantenuto,perchè alcuni articoli o post che ho nel mio blog, sono stati abbastanza esplicativi e hanno richiamato l’attenzione proprio come nelle mie intenzioni. Con stima
Seb


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