Ricevo ed inoltro con piacere questa lettera post 29 settembre.
Questa che vi mando è una lettera spedita alle redazioni del manifesto e repubblica, scritta da me e alcuni sfollati che il 29 non si sono limitati a sfilare lontano da Berlusconi, ma sono andati a Bazzano, nel tentativo di fare i loro auguri al premier.
Quanto accaduto lo abbiamo riferito anche al corteo dei comitati, ma i giornalisti presenti non ne hanno fatto menzione.
Il 29 settembre all’Aquila, davanti ai dormitori del piano C.A.S.E. di Bazzano, non c’erano soltanto i fans di Berlusconi e i suoi "salvati" a fare gli auguri al Presidente. C’erano anche alcuni sfollati che hanno provato a raggiungere il Dio dei miracoli per svelarne la vera identità e la sua propensione a ogni tipo di perversione. Sono andati lì con un manifesto funebre con su scritto: "sotto questi ghetti giace L’Aquila. Buon compleanno, necrofilo" Nessun giornalista li ha degnati di attenzione, tutti intenti com’erano a immortalare i successi del
presidente e a censurare i contestatori, ma loro erano lì, decisi a dare i loro auguri a Berlusconi e guardati a vista dalle forze di insicurezza. Quando però il Presidente di questa repubblica delle banane stava per passare davanti a quei pazzi, le forze dell’ordine si sono scagliate loro contro, a strappargli dalle mani il manifesto per ridurlo in 1000 pezzi e a identificare i "dissidenti".
Gli hanno detto: "oggi è vietato esprimere le proprie opinioni".
Ci dispiace non aver potuto fare i nostri auguri a Berlusconi, credevamo di essere dei liberi cittadini, com’è scritto sulla nostra Costituzione. Forse il Presidente non sa che anche noi eravamo lì a salutarlo, forse i giornalisti non ci hanno ignorato in malafede. Se così è, come speriamo che sia, preghiamo i signori giornalisti di far pervenire al Presidente anche i nostri auguri: "buon compleanno, necrofilo".
Alcuni terremotati abruzzesi