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Commento di Kyt

su Papi è buono


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Kyt 15 settembre 2009 12:25

Il "culto della personalità" fu usato dai comunisti dopo la morte di Stalin per far passare l’idea che non era il comunismo sovietico ad essere profondamente sbagliato e come tale ad aver generato lo stalinismo, ma fu una deviazione dalla "retta via" dovuta alla perversa personalità di Stalin, primo autore del culto della sua persona. Analogamente, questo schema interpetrativo applicato a Berlusconi e alle sue TV non spiega assolutamente nulla e fa finire l’autore in un grave (anzi gravissimo) errore: "... continuano a difenderlo [ suoi elettori] contro ogni evidenza...", ergo o sono dei colossali ignoranti, disinformati oppure sono dei bambini che hanno bisogno del papi che li guidi e li protegga (vale a dire sono dei subnormali).
 A questo punto mi verrebbe da chiedere a Francesco: "quanti nuovi adepti pensi di aver conquistato alla sinistra con questo tipo di ragionamento?!? Proviamo, invece, ad affrontare la questione da un versante meno "psicanalitico" e un po più storico, partendo proprio dall’intervento del signore che si firma Clintock.
 E’ il tipico elettore PDL, che delegittima la magistratura (sin da Tangentopoli), ha una identità nazionale pressocché inesistente ed inevitabilmente odia i politici (questa è una mia deduzione) in particolare quelli di sinistra, Berlusconi gli sta - comunque -  bene perché è ostile ai politici di sinistra e tiene sotto stretto controllo quelli di destra. Ora se guardiamo bene la nostra storia ci accorgiamo che la diffidenza, l’ostilità, verso la magistraturaè una costante che risale ai tempi dell’unificazione nazionale (pur se con il berlusconismo tale atteggiamento ha raggiunto il suo massimo storico); anche l’assenza di una Stato di diritto (effettivo) è una costante storica e l’estraneità della stragrande maggioranza degli "abitanti della penisola italiana" allo Stato è un dato inoppugnabile in tutti e quattro i regimi istituzionali (liberale-monarchico, fascista, "democristiano" e "berlusconiano"); estraneità allo Stato che va di pari passo con una sorda, permanente, diffidenza verso l’intero ceto politico. Allora ecco Berlusconi, che nel 94 si presenta come l’antipolitico, nemico di tutti i politici di professione, che a distanza di 15 anni un giorno si e uno no marca con qualche gesto clamoroso la sua estraneità a ogni ritualità politica e istituzionale, che se ne infischia persino a livello internazionale di un corretto galateo politico, che è al di sopra della magistratura, dei politici e della stessa costituzione (che tutti diconodi voler difendere, ma  nessuno si spende per renderla effettiva).
 E’ in ultima analisi il risultato di alcuni irrisolti gravi problemi che gli italiani si portano dietro (ab origine): estraneità allo Stato, debole identità nazionale, antipolitica, assenza dello Stato di diritto, collusioni tra criminalità mafiosa e ceto politico.
 I giornalisti di sinistra, come il nostro Francesco, invece di baloccarsi con teorie poco produttive (quali il culto della personalità) farebbero meglio a leggersi un po di storia patria (consiglio Christopher Duggan) per cercare di dare risposte ai problemi strutturali dell’Italia.
 A Francesco e ai tanti compagni come lui vorrei porre questa domanda: "perché in Italia ad ogni crisi (1890-95, fine 1°guerra mondiale, fine 2° guerra mondiale, crollo del muro di Berlino e conseguente crollo del "regime democristiano") la sinistra mai è stata in grado di attrezzare una proposta capace di convincere la maggioranza degli italiani?"


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