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Commento di Marco Nichele

su Referendum elettorale 21 Giugno: omicidio della rappresentanza o suicidio della democrazia


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Marco Nichele 16 giugno 2009 19:41

> La questione del rapporto tra legge ordinaria e norma fondamentale è altro, la questione è attorno la legge elettorale.

E’ troppo facile mettere a confronto due leggi, giudicando la seconda peggiore, semplicemente guardando a quello che dicono i relativi articoli e non considerando che, nel frattempo, la loro collocazione ordinamentale è ben diversa. Se un ipotetico Mussolini oggi si candidasse e con la legge fuoriuscente dal referendum ottenesse il 55%, non potrebbe assolutamente fare le stesse cose che fece il Mussolini del 1924 (non potrebbe cioè mettere in discussione la regola seconda della democrazia: "si sceglie a maggioranza, ma la minoranza ha diritto di critica e di proporsi per essere essa stessa, un giorno, maggioranza". Oggi abbiamo un sistema in cui la prima delle due regole non viene rispettata, mentre la seconda è garantita a livello costituzionale. Il referendum vuole che anche la prima regola sulla democrazia sia rispettata in pieno.
Quanto alla non rappresentazione in parlamento delle forze al di sotto dello sbarramento, è proprio a causa del sistema adottato (proporzionale) che l’unico rimedio utile per non creare una eccessiva frammentazione nell’azione del parlamento è quello dello sbarramento. Un rimedio rozzo, che opera sui partiti e non sulle persone. Il sistema maggioritario, anche in questo, è migliore: permette anche ad un esponente di un partito che a livello nazionale magari ha l’1% di consenso, di poter farsi eleggere e conquistare un seggio in parlamento, qualora risulti il candidato maggiormente rappresentativo delle istanze del collegio in cui si è presentato.


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