Purtroppo l’ignoranza delle vicende storiche porta a conclusioni affrettate e soprattutto errate. Non lo dico assolutamente con cattiveria, ma basta conoscere un po’ la storia di questo paese per capire che tutte le critiche mosse da lei in questo articolo non hanno in realtà un solido fondamento. Anzi, giovano a chi sulla paura e il timore delle persone vuole costruire le proprie personali fortune, per cui spero e credo che attraverso un confronto vero si possano capire quali sono i veri motivi, importantissimi, per cui questo referendum dovrebbe essere interamente approvato in tutti i suoi quesiti.
Anzitutto, la legge Acerbo assegnava il 66% dei seggi alla lista più votata. Ma vogliamo dirlo che alle elezioni immediatamente successive del 1924, Mussolini prese solo in quanto a voti il 61%? Il premio di maggioranza non fu praticamente applicato. Questo a dimostrazione che, anche ponendo una soglia del 50% di voti ottenuti per avere il premio di maggioranza, Mussolini avrebbe COMUNQUE governato con tutto il potere che ha poi avuto. Ed infatti, il vero problema non era assolutamente il meccanismo della legge, era che all’epoca non esistevano leggi sovraordinate a quelle ordinarie, non esisteva un Costituzione di tipo rigido com’è la nostra, assicurante tutta una serie di diritti strutturali intoccabili, per cui anche lo Statuto albertino, che in linea formale garantiva una serie di diritti ai cittadini, poteva benissimo essere derogato nelle sue garanzie più elementari con una legge votata a maggioranza semplice dal parlamento.
In secondo luogo, si dimentica qual’è il vero obiettivo del referendum. Essendo un referendum abrogativo e non propositivo (qui in italia non si possono fare) non si chiede di attribuire il premio di maggioranza alla lista più votata. Si chiede la cancellazione delle COALIZIONI DI LISTE. L’effetto di attribuire il premio di maggioranza alla lista più votata è indiretto e non verrà mai applicato per un semplice motivo: secondo voi, se passasse il referendum l’attuale parlamento (che è formato da coalizioni in cui i partiti piccoli possono ricattare i più grandi) resterebbe immobile? Si andrebbe alle elezioni successive senza che Idv, Lega e Udc facciano alcunché per adottare una legge nuova? La risposta credo sia insita nella domanda. Tecnicamente il referendum abroga infatti le "coalizioni di liste", ma non dice di non volere le coalizioni in sé. Ed è quello il motivo giuridico per cui il parlamento, qualora fosse approvato il referendum anche nei primi 2 quesiti, sarebbe in pratica costretto a passare al sistema dei collegi uninominali, al sistema maggioritario: cioè un sistema che non ha liste, ma ha (a certe condizioni, in particolare prevedendo il turno unico) le coalizioni. Mantenendo così il potere di ricatto in mano ai piccoli partiti (come del resto è stato fatto con l’approvazione della legge Mattarella del 1993, fatta in un appena un mese dopo che i cittadini si erano espressi a favore del sistema maggioritario), ma eliminando LE LISTE, sostituite da tanti COLLEGI quanti sono i parlamentari da eleggere. Con ciò assicurando, tra l’altro, quel rapporto diretto cittadino-eletto che viene unanimemnte invocato da tutta la società civile.